Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



martedì 5 novembre 2019

Intervista a: Silvia Celani, autrice di L'ESTETICA DELL'ASSASSINO - Booksprint


Cari amici,
oggi è nostra ospite Silvia Celani, autrice di L'ESTETICA DELL'ASSASSINO, edito da Booksprint.

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1)Benvenuta su Il Giallista, Silvia! 
Come è nata la sua passione per i libri e la scrittura e cosa significa per lei scrivere?
La scrittura è stata una sorpresa, un dono, una misteriosa scoperta che è entrata nella mia vita all’improvviso, come una grazia mistica. Avevo già avuto passioni artistiche, recitare e danzare, ma non avrei mai pensato o immaginato di scrivere. Scrivere è una forma sublimante di comunicazione con il mondo, la rivelazione di un nostro io intellettuale ed artistico fatto di pensieri, messaggi inviati alla collettività sotto la forma allegorica di una storia vera o inventata. Grazie ai nostri due emisferi, razionale ed emotivo, che dialogano tra di loro, si creano i personaggi e si progetta l’intreccio. In passato amavo recitare, ora scrivo, interpreto tante vite attraverso attori, i miei personaggi, che nel libro si muovono in assoluta libertà. Non posso influenzarli, dominarli, posso creare ambientazioni, posso in parte indirizzarli, ma le loro potenzialità di vita si sviluppano in modo autonomo, raccontate da loro stessi in forma indipendente, esprimente le loro verità. Quando scrivo mi oriento con una bussola virtuale che non so dove mi condurrà, saranno le emozioni, il passato vissuto, il presente tangibile e immediato e il futuro visionario e speranzoso che tracceranno il mio racconto. Questa è per me la scrittura, libertà artistica, non interpretabile con la logica ma con il cuore, il sentimento, la passione, senza limiti o condizionamenti.  

2) Chi sono i suoi scrittori preferiti?
Amo la scrittura ma amo anche il cinema per cui, oltre agli scrittori, adoro molti sceneggiatori e registi: in fondo i films, a differenza dei libri, che si leggono e si immaginano, hanno molte analogie, anche se nel cinema, il veicolo di contatto è la visualizzazione virtuale della storia e il suo ascolto,
ossia l’impiego dei sensi mancanti nella lettura, quindi cinema e scrittura si compensano, sono affini, avendo un denominatore comune, una storia da raccontare della quale fare tesoro, esperienze, anche se indirettamente. Nel cinema, tra i registi veterani, prediligo i notissimi Michelangelo Antonioni, Luigi e Cristina Comencini e tra gli stranieri, Francois Truffaut, Woody Allen, Steven Spielber, Roman Polaski, Pedro Almodovar, Stanley Kubrik.  Tra i giovani, Ross Duffer, Greta Gerwig, Ryan Kyle Coogler, Lena Dunham, Xavier Dolan. Tra gli sceneggiatori italiani prediligo i conosciutissimi Fruttero e Lucentini e la giovane italiana Gaia Violo che lavora negli States e tra gli stranieri, i notissimi Frencis Ford Coppola, Oliver Stone, David Lynch, Steven Spielberg, Nora Ephron, mentre, tra i giovani, Damien Chazelle.  
Nella scrittura i classici latini e greci sono stati il mio primo amore, da Catullo a Saffo, da Omero a Virgilio e poi Pirandello, il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, La donna della domenica di Fruttero e Lucentini, mentre tra gli autori stranieri, Gustave Flobert, Fedor Dostoevskj, Isabel Allende e Scott Fitzgerald con Il grande Gatsby, una storia carica di sentimenti e al contempo delicata e preziosa che adoro. Quando leggevo questi libri non ero ancora matura per il giallo, il thriller, ma più tardi, mi sono entusiasmata alle spice story, ai thriller americani come quelli di Ken Follet, con il suo ‘La Cruna dell’ago, Il terzo gemello, di Stephen King con Shining, conosciuto anche in versione cinematografica,  con la magistrale regia di Stanley Kubrick e  l’interpretazione, altrettanto magistrale, di Jack Nicholson, ai legal di John Grisham, con il socio e di Scott Turow con "Presunto innocente", associato al bellissimo film del regista Alan J.Pakula, interpretato dalle affascinanti  performances di Herrison Ford e di Greta Scacchi. Non dimentico poi di rileggere, quando posso, Agatha Christie, perché nei suoi intrecci spesso, riconosco delle analogie con il mio stile. Tra le mie preferenze, quindi, non ci sono necessariamente autori di nicchia, perché la bellezza può essere ovunque, anche in un circuito commerciale, di massa. 
Tutto questo non mi impedisce però, di seguire i festival del cinema, i concorsi letterari anche di minore portata, per scoprire perle dell’editoria e della cinematografia sommerse nei fondali dell'oblio, perché opere poco sponsorizzate.  
Ora scrivo più che leggere, ma continuo a vedere molti buoni film. La lettura è più indirizzata alla raccolta specifica di ricerche informative necessarie per il plot, mentre l’ispirazione tout court dell’intreccio è solo mia, non mi piace rielaborare storie già raccontate. Mi impegno ad immaginare e traduco quello che immagino nella scrittura. 
A tutto questo aggiungo la passione per il giornalismo, per questo il tema che ho scelto per il romanzo è un tema d’inchiesta e continuerò, con i prossimi libri, su questo tracciato investigativo, in questo modo per me scrivere è diventato e diventerà utile due volte, sotto il profilo morale e sociale. Dentro di me, quindi, sento tante vite che grazie alla scrittura si conciliano tutte.

3) Quando ha finito di scrivere il suo libro a chi lo ha fatto leggere per primo?
Non ho avuto una persona specifica, ho regalato alcune copie del mio libro ai miei familiari e ad amici e ho aspettato i commenti senza timore, senza chiedere nulla, senza insistenza sui tempi di lettura, trovando molti consensi. Scrivere è faticoso ma tanto divertente! Consiglio a tutti di scrivere. 

4) Di chi è l’opinione che teme di più?
Non ho timori precisi, quando scrivo mi diverto, prendo questo impegno con la serietà di rendere accattivante il plot ma anche con la leggerezza del divertimento che la scrittura regala. Preferisco pensare più al piacere dello scrivere mentre lo faccio che a quello del giudizio altrui, quando presento il mio libro, quindi di cosa dovrei avere timore? Mi piace comunque ascoltare le critiche quando ritengo siano costruttive.

5) Sta lavorando ad un nuovo libro, se si, può darci qualche anticipazione?
Si, come si può smettere di scrivere! Sarebbe un sacrilegio non farlo. Il prossimo libro riguarderà la corruzione, il cinema, la realtà virtuale, non anticipo nulla di più, sarà una sorpresa. Vi aspetto tra le pagine de ‘L’’Estetica dell’Assassino, identikit di un’altra vita ‘, cari investigatori lettori, perché così vi immagino, intenti nella lettura, a scoprire l’assassino.

Grazie e a presto!
Il Giallista
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L’AUTRICE:
Silvia Celani, scrittrice in divisa: la divisa è quella della Polizia di Stato che indossa da anni. Torino è la città d’adozione, dove vive e lavora, Palermo è la città d’origine che non dimentica e raggiunge spesso quando può. Dopo il liceo classico, ha studiato giurisprudenza e, assunta nella Polizia di Stato, ha svolto importanti compiti investigativi in alcune città d’Italia, coltivando contestualmente la passione per la scrittura in tutte le sue declinazioni: poesie, articoli giornalistici e sindacali e il suo romanzo poliziesco, presentato alla 32° edizione del Salone del libro di Torino e nel quale ha proiettato con entusiasmo la sua esperienza professionale. 

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