Cari amici,
oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro blog Livio Galla, autore del giallo COME VOLEVASI DIMOSTRARE, edito da Blonk Editore.
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Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è innanzitutto un impegno quasi fisico. Se perdo l'allenamento faccio fatica a ritrovare ritmo, suoni, parole, sinonimi, espressioni. Dopo un periodo di inattività, esattamente come un runner, poi devo riprendere gradualmente. Scrivere è anche poter vivere secondo o terze vite, far provare ai miei personaggi emozioni, dolori, amori e avventure altrimenti impossibili da vivere in prima persona senza conseguenze penali. E in questo senso scrivere è evasione e svago.
2) Che generi letterari predilige?
Negli ultimi anni mi sono concentrato sulla giallistica nazionale, anche per preparare il saggio Gialli senza Errori (ed. Bibliografica) uscito a fine 2018 e trovare termini di confronto sul modo di raccontare la vicenda poliziesca. Più in generale non mi concentro sui generi, perché detesto le categorie, ma sul ritmo di ciò che mi viene raccontato. E più di metà dei libri che inizio, non li finisco, proprio perché non entro in sintonia con l'autore o la storia narrata. Sono tra quelli che rivendicano il sacrosanto diritto di abbandonare i libri senza averli terminati.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Ci sono libri che mi hanno folgorato come Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa o Middlesex di Eugenides. Ho amato e odiato Moravia, adoro Calvino, e poi Wilde, Thomas Mann, Kafka, Goethe. Ci sono autori da cui ho imparato o con cui mi sono confrontato quando ho deciso di scrivere come Scerbanenco, Camilleri, Carofiglio, Carlotto, De Giovanni, De Silva, Manzini, Piccolo. Ma la mia vera formazione letteraria deriva dalla lettura delle sentenze, attività che mi ha accompagnato in questi anni di avvocatura. Lì ho imparato come si riassume un episodio, la lente di chi deve difendere, la ricerca dell'obiettività di chi deve decidere o magari il modo sopraffino di sbagliare nel giudizio. La realtà distorta di alcune sentenza è davvero illuminante per comprendere come il modo di esporre i fatti e la suggestione di alcuni avvenimenti possano influenzare enormemente il giudizio.
4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Dall'osservazione delle persone che incontro, per piacere o per lavoro. Dalle situazioni professionali, dalle amicizie. Credo che la voglia di raccontare nasca dalla consapevolezza che ognuno di noi è uno scrigno di episodi avvincenti o comunque un potenziale eroe quotidiano. Mi interessano le emozioni delle persone e sperimento quotidianamente la voglia che hanno di esternarle. Bisogna avere voglia di ascoltarle.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
L'esigenza di raccontare degli stati d'animo, di mettere in fila dei pensieri, di raccontare un periodo della mia vita. Poi la trama è cambiata ed è intervenuta l'esigenza di mettermi alla prova per sperimentare se davvero fossi in grado di portare a termine un romanzo intero, che non parlasse più di me, ma di un altro personaggio.
6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?
Ho iniziato il sequel di Sergio Lisbona, poi ho in cantiere dei progetti a 4 mani con amici scrittori con cui stiamo dialogando. E poi mi piacerebbe cimentarmi con una sceneggiatura. Credo che il cinema e oggi più che mai la televisione abbiano sempre bisogno di idee nuove. Vedremo...
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L'AUTORE:
Livio Galla, avvocato giuslavorista, vive a Vicenza con una moglie, due figli e tre gatti. Alterna gli scritti giuridici alla narrazione delle vicende di Sergio Lisbona, protagonista dei suoi romanzi. Nel 2018 scrive il saggio Gialli senza Errori, editrice bibliografica.
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