Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



giovedì 16 febbraio 2012

Intervista: Fabio Monteduro

Fedeli lettori,
oggi è ospite del nostro blog lo scrittore Fabio Monteduro, autore di racconti e romanzi thriller-horror.
Benvenuto, Fabio!

1) Come è nata la sua passione per la scrittura?

Credo che le passioni nascono con noi stessi e che si sviluppino seguendo l'andamento della vita.
Mi spiego meglio. Quando ero bambino, amavo i fumetti dei Supereroi americani: I Fantastici Quattro, l'Uomo Ragno, Thor, per capirci, e la mia passione era disegnare fumetti con personaggi creati da me. Crescendo ho cominciato ad apprezzare la musica e con essa è nata la passione per la batteria, che ho suonato per circa venti anni.
L'amore per la scrittura credo sia nata nello stesso modo.
Leggevo molto, soprattutto romanzi del genere che scrivo e quando ho provato a buttare giù qualcosa di mio mi sono accorto che non era proprio spazzatura e proponendo le mie storie, mi rendevo conto che piacevano, intrigavano. Ed era un fuoco che bruciava dall'interno e continua a bruciare, per fortuna, e mi obbliga a provarci. Ovviamente la reazione di chi mi legge ha il suo peso.
Scrivere per se stessi non è piacevole... oppure, diciamo che è come l'autoerotismo... può anche andare bene, ma è meglio avere qualcuno con cui condividere, no?

2) Perché ha deciso di cimentarsi nel genere thriller/horror?

Viene da chiedermi quanto io abbia scelto questo genere o quanto invece esso abbia scelto me. Da bambino, nascosto sotto le coperte, guardavo alla TV Belfagor, il Dottor Jakyl e Mister Hide, Frankenstein e L'Uomo Lupo... avevo un libro (ce l'ho ancora) che s'intitola Storie di brivido e mistero... mi piacevano quelle sensazioni forti, quel non sentirsi al sicuro.
L'adrenalina, si dice, è una droga di altissima qualità... è gratis e non fa male.
Insomma, sono sempre stato attratto dal mistero, dalla sindrome della porta socchiusa... dalla casa abbandonata. Ancora oggi, quando vedo un posto del genere, fremo per la voglia di entrarci e quando lo faccio, resto sempre affascinato dall'abbandono, l'incuria, la paura che quel luogo ispira.

3) Quali sono i suoi autori preferiti? Quelli che lo hanno ispirato?

Ho incontrato Lovecraft, lungo la via... sono rimasto affascinato da Isaac Asimov ed ho apprezzato moltissimo un libro di Robert Heinlein, "La casa nuova". Ma ovviamente è stato quando mi è capitato tra le mani Stephen King che ho capito cosa dovevo scrivere.
Attenzione quindi: horror, thriller... non splatter; paura, non disgusto; terrore, non orrore. La differenza può sembrare insignificante, ma non lo è.
Gli anglosassoni hanno rinchiuso il tutto nella parola horror (ma, d'altra parte, loro hanno rinchiuso nella parola rock, anche i divi del Pop... per loro Madonna è una rock star, per intenderci): paura, disgusto, ossessione, pazzia, ribrezzo. Secondo questa definizione, i film Emily Rose e Hostel sono dello stesso genere. Poi, visto che era impossibile rinchiudere tutto in una sola parola, ecco che è nato lo splatter, ossia tutti quei film di spargimento insensato di sangue e di torture. Noi, in Italia, come dicevo prima, abbiamo le parole giuste per differenziare: terrore, non orrore.
Ed io scrivo per fare paura, non per provocare disgusto.

4) Come nascono le trame dei suoi romanzi?

Il cervello di uno scrittore è come una spugna... o come una casa piena di stanze... o un armadio pieno di cassetti. Proprio Stephen King una volta disse che gli scrittori sono come vampiri, se gli racconti una cosa, un fatto, stai certo che prima o poi quella cosa, quel fatto, ovviamente in modo romanzato, lo ritroverai in una storia. Questo per dire, che non esiste un metodo certo per spiegare come nasce la trama di un romanzo, o almeno non esiste per me. Faccio degli esempi. Il racconto So chi sei, che si trova anche in Otto Minuti a Mezzanotte, è stato ispirato da un luogo che si trova a poche centinaia di metri da dove abitavo. Si tratta di una chiesa, con annesso convento, in cui tutte le finestre, ad eccezione di una, in altro, nel convento, sono state murate. La domanda che ispirò quel racconto fu: hanno murato le finestre per impedire a qualcuno di entrare... o a qualcosa di uscire? Oppure Anima Nera... l'idea di base è stata: se Dio si è fatto uomo in Cristo... in chi si è fatto uomo Satana? Cambiando situazione, possiamo venire all'altro mio libro Jodi... ispirato da un telefilm tratto da un racconto di Edgar Allan Poe.
Mille sfaccettature... ma la domanda di base è sempre la stessa: cosa succederebbe se...?

5) A quali dei suoi libri è particolarmente legato, e perché?

E' come chiedere ad un padre amorevole a quale dei suoi figli è più legato.
La sua risposta sarebbe scontata, penso.
E altrettanto scontato sarebbe rispondere: il prossimo... qualsiasi esso sia, anche se è ovvio che ogni nuovo lavoro certifica la crescita dell'autore, per questo si sente sempre più attratto da ciò che sta scrivendo o ha in mente di scrivere.
Meno prosaicamente, posso dare delle piccole spiegazioni, sul perché sono così legato a tutti i miei libri.
So chi sei ...ed altre ossessioni, perché mi ha permesso, per la prima volta, di vedere le mie parole trasformate in un vero libro. Avamposto dell'Inferno, una storia nata per caso e che si è sviluppata da sola, senza che io avessi idea di dove volesse andare a parare. Anima Nera, perché mi ha permesso di "lavorare" su un argomento che mi rigirava nella testa da anni. Jodi, storia con cui ho sperimentato il genere poliziesco, legato al thriller e all'horror e perché è stato il primo libro davvero distribuito in tutta Italia. Zona di Frontiera, il mio primo e finora unico, e-book... forse la meno horror delle mie storie, passato attraverso talmente tanti mutamenti, prima di essere pubblicato, da risultare alla fine un compendio del mio modo di scrivere. Infine Otto Minuti a Mezzanotte, dove, proprio grazie alla frammentazione in otto storie brevi, ho potuto raccontare quasi tutto ciò che davvero mi appassiona: la casa abbandonata, il patto con il diavolo, il serial killer, ecc... come descritto nella quarta di copertina: otto storie, una per ogni minuto che ci accompagna alla mezzanotte... quando non è più oggi e non ancora domani.

6) Può darci qualche anticipazione sul suo prossimo lavoro letterario?

Con piacere, certo. Anche perché, sebbene Otto Minuti sia uscito solo a dicembre del 2011, questo nuovo romanzo (perché di romanzo si tratta, non più raccolta di racconti) vedrà la luce il prossimo autunno, presumibilmente a settembre. Prima peculiarità? Non è un horror. Lo so, è incredibile.
In realtà si tratta di un romanzo di fantascienza... e già... ma scordatevi i viaggi interstellari, scordatevi le società del 30° secolo, scordatevi Star Trek e Guerre Stellari. Si parlerà di antichi astronauti, di antichi visitatori sul nostro pianeta e di contatti con le civiltà che lo hanno abitato: Maya, Sumeri, Egizi, Indù.
Diciamo che è la mia visione su un futuro possibile che guarda al passato remoto dell'umanità.
Di più, non posso dire, al momento, ma basterà seguirmi sul mio sito o sulla mia pagina FB.


Grazie per la disponibilità e a presto!

7 commenti:

  1. Interessante.
    Leggerò qualcosa di suo

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  2. Ho ordinato il suo libro del mese; penso di iniziarlo a giorni.

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  3. Ho letto tutti i libri di Fabio. Mi sono piaciuti molto. Vi consiglio di fare altrettanto. Con il passare degli anni si percepisce la sua crescita professionale.
    ''otto minuti a mezzanotte'' è un libro che si legge tutto d'un fiato. Non lo mollerete fino alla fine.
    Aspetto il prossimo.
    complimenti Fabio
    Laura

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    1. Grazie Laura.
      Dove si comprano qualche centinaia di mila come te? :-)

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  4. Che bei racconti quelli di Otto Minuti a Mezzanotte

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    1. Sono d'accordo... mistery di alta classe... complimenti
      Francesca

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