"E' di fronte alla paura che le persone rivelano se stesse", è questa la frase che l'autore ripete più volte in Il Buon Inverno, il terzo romanzo di João Tordo, edito in Italia da Cavallo di Ferro editore, e che appare anche sulla copertina del libro.
E questo è proprio quello che succederà nella seconda parte di questo intrigante thriller dai contorni horror.
I personaggi, infatti, tenuti prigionieri in un grande tenuta a Sabaudia, nella provincia laziale, dopo la morte del padrone di casa (il produttore cinematografico hollywoodiano Don metzger) invasi dalla paura, non potranno far altro che fare uscire allo scoperto le loro vere identità, le loro debolezze e la malvagità che abita i loro animi; nessuno escluso.
Il protagonista è un giovane scrittore, deluso dalla vita e dalla latteratura. Un giovane che, reso zoppo da un incidente, cammina con un bastone come il celebre dottore della serie tv americana. Questo scrittore è un personaggio che vede la vita con pessimismo e che si rinchiude in casa per scrivere il grande romanzo che lo riscatterà con il mondo intero. La sua vita, però, cambierà quando incontrerà l'italiano Vincenzo Gentile, che lo inviterà a passare una vacanza in Italia, per l'appunto a Sabaudia, nella casa del produttore. Questa potrebbe essere anche la sua occasione per la realizzazione di un film, tratto da un suo libro.
Da quel momento in poi, per il protagonista, e tutti i personaggi che saranno ospiti della villa, comincerà un viaggio nel terrore.
Dopo la morte del produttore, infatti, un suo collaboratore deciderà di rendere giustizia al suo amico, e terrà gli ospiti prigionieri finchè non saprà la verità sulla morte di Don Metzger e il nome del suo carnefice, in un crescendo di suspense.
In questo thriller psicologico, dalla lettura scorrevole e dallo stile narrativo coinvolgente, seppur in chiave moderna, si riscontrano alcuni elementi caratteristici del giallo classico. Ad esempio: la grande tenuta immersa in un bosco dove i protagonisti saranno resi prigionieri; la vacanza; il numero dodici dei personaggi (che ci ricorda "Assassinio sull'Orient Express"); il dilettante che inizia a far domande per scoprire la verità e il fatto che i personaggi sono tra loro dei perfetti sconosciuti.
In tutto questo, un giovane scrittore potrà in parte rispecchiarsi nella figura del protagonista. Nella figura dell'autore emergente in cerca della buona occasione per "emergere", e nella speranza di veder realizzato un film tratto da un suo libro.
Unica nota critica, a nostro parere, sta nel finale. Nell'ultima parte del romanzo l'autore si dilunga troppo in descrizioni e argomentazioni sul senso della vita e dell'umanità; diciamo che si allontana un po' dalla forma del trhiller, rallentando il ritmo. Nonostante ciò "Il Buon Inverno" è una piacevole e appassionate lettura, che vi consigliamo!
L'AUTORE:
João Tordo è nato a Lisbona nel 1975. Dopo la laurea in Filosofia ha studiato giornalismo e scrittura creativa a Londra e a New York. Nel 2001 ha ottenuto il Young Talents Literature Award a Lisbona, città nella quale attualmente vive e lavora come giornalista, e nel 2009 il premio José Saramago per As três vidas (2008). Oltre che di Il Buon Inverno è autore di Hotel memória (2007). Le sue opere sono pubblicate in Francia, Brasile e Croazia.
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