Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



mercoledì 4 settembre 2019

Intervista a: Antonio G. D'Errico, autore di MORTE A MILANO - Macchione editore


Cari amici,
oggi è nostro ospite Antonio G. D'Errico, autore del thriller/noir MORTE A MILANO - Ernest - edito da Macchione editore.

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1. Benvenuto su Il Giallista, Antonio! 
Cosa significa per lei scrivere? 
Sa quante volte ho risposto a questa domanda? Potrebbe immaginarlo da solo. Scrivo da quando avevo sei anni e mezzo. Da allora l’ho sempre fatto. Ho trascorso tutta la vita scrivendo, senza mai copiarmi, tenendo fede al principio di Flaubert che assumeva questa condizione come presupposto per essere scrittore. Scrivere per me è dire e contraddire, è gioventù, tempo e vita. Scrivere è riflesso di una sera d’autunno. È l’autunno la stagione che adoro, quando non è tutto nero o bianco. C’è il giallo e il rosso degli aceri che sono respiro, sorpresa e meraviglia per l’anima.

2. Che generi letterari predilige
Non prediligo generi. La scrittura e la lettura hanno orizzonti a cui l’animo tende. Inseguo orizzonti. 

3. Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria? 
Pirandello certamente. I classici greci, per rimanere nell’ambito tragico. Poi tutto il resto, libri per ragazzi, antologie, libri di scuola. I Promessi Sposi. Pasolini si eleva su tutti i generi, come Chandler o Rex Stout.

4. Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri? 
Dalla mia formazione, dalla mia anima. A volte guardo fuori da me. Ma quando si scrive si parla di sé. Citando di nuovo Flaubert, oggi ritorna costantemente: “Madame Bovary c’est moi”. Madame Bovary sono io. Siamo noi i libri che scriviamo. E ancora noi siamo nei libri che leggiamo. 

5. Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
La curiosità e la voglia di stupirmi. Sì, perché io scrivo per stupirmi più che voler stupire gli altri. Agli altri spero di riservare la bellezza delle mie creazioni, che non hanno altro scopo che non sia questo: la bellezza. In cui c’è la forma, lo stile, la novità, le paure, le speranze. C’è la vita e il suo
contrario. Anche nella descrizione di un omicidio c’è la bellezza della forma. È questo che rende interessante un omicidio descritto, non certo il dolore. Il dolore scatena il pianto e la conseguente pietà. C’è bellezza in un’attesa non certo in un rimpianto.

6. Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione? 
Sì, sto scrivendo in questo momento poesie. La poesia è la forma di bellezza e d’arte che mi dà il senso dell’origine di tutte le cose. C’è l’autunno e l’estate, l’inizio e la fine. C’è il dolore per un amore finito e la speranza per un nuovo raggio di sole che risplende in qualche luogo, da qualche parte. 

Grazie e a presto!
Il Giallista
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L'AUTORE:
ANTONIO G. D’ERRICO, poeta, scrittore e sceneggiatore. Premio Grinzane Pavese, nel 1998 e nel 2000. Ha scritto numerosi testi di argomento musicale. Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio FinardiSpostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino DanieleJe sto vicino a te, scritta con Nello Daniele, fratello di Pino. A febbraio del 2019 scrive la biografia di Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto Michele, intitolata Dio e il cinema, una vita maledetta tra cielo e terra.
Nel 2008, il suo esordio nella letteratura di genere noir gli vede assegnare il terzo posto dalla giuria dei lettori al “Premio Scerbanenco, Courmayeur noir in festival”, con l’opera per ragazzi Il Discepolo, ispirata ai fatti di cronaca legati alle sette sataniche.  Successivamente, nel 2012, dà alle stampe l’originale thriller sul mondo della scuola, La governante Tilde. Con Ernest ritorna al noir tematico di genere, dopo aver pubblicato da poco la delicatissima silloge poetica dal titolo Amori trovati per strada (Luglio 2018). 

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