Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



lunedì 9 luglio 2018

News: IL PENDOLO DI DIO di Jordi Dìez - Amazon


Cari amici,
oggi, abbiamo il piacere di presentarvi un thriller ricco di avventura e mistero.
Si tratta di IL PENDOLO DI DIO dello spagnolo Jordi Dìez, edito con la piattaforma Amazon.

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IL PENDOLO DI DIO
Jordi Dìez
Editore: Amazon
Pag.: 476
Prezzo: €15,26
Data: 1 Gennaio 2018
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IL LIBRO:
Cècil, un revisore contabile che si occupa di progetti umanitari nel Terzo Mondo, viene coinvolto in un losco traffico di pezzi d’antiquariato che lo porterà sulle tracce di Azul Benjelali, un antico amore, studiosa di lingue del passato, in procinto di svelare un segreto che giace nascosto da migliaia di anni. 
Con l’aiuto di Mars, una misteriosa colombiana, Cècil si lancia in una corsa contro il tempo che lo porterà, un indizio dopo l’altro, sulle tracce degli esseni, degli antichi romani, dei templari, degli almogàveri, delle truppe borboniche e dei nazisti. Un rompicapo che i protagonisti dovranno ricomporre, prima che il segreto cada nelle mani di chi per secoli ha cercato di rubarlo.
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L'AUTORE:
Nato a Terrassa, cittadina della Catalogna (Spagna), fotografo e viaggiatore, profondo conoscitore dell’America del Sud, ha girato mezzo mondo per poi stabilirsi nella Repubblica Dominicana, bellissima isola dei Caraibi, dove risiede da dieci anni. Il suo romanzo d’esordio, La virgen del Sol (Ediciones B, 2007), ambientato durante il periodo di massima espansione dell’impero Inca, è diventato un bestseller internazionale, che ha ricevuto ottime critiche sia dalla stampa specializzata che dai lettori. Il suo secondo romanzo, Il pendolo di Dio, un thriller coinvolgente e ricco d’azione, ha totalizzato decine di migliaia di download da Amazon.com collocandosi tra i libri più venduti della nota piattaforma per poi essere acquisito da Ediciones B. Ad oggi il romanzo è stato tradotto in diverse lingue. La sua terza opera, Anacaona, la última princesa del Caribe, racconta la storia della conquista dell’isola di Hispaniola dall’inedito punto di vista degli aborigeni che vi abitavano; ha visto la luce dopo più di cinque anni di lavoro durante i quali l’autore si è documentato e ha visitato personalmente tutti i luoghi in cui si sviluppa la vicenda. Anche Anacaona sarà presto disponibile in Italiano.

1 commento:

  1. Questo libro è un “thriller storico” molto ben riuscito: appassiona come un giallo, non lesinando colpi di scena ed atmosfere di tensione; al tempo stesso, cattura il lettore conducendolo attraverso varie epoche storiche seguendo un filo conduttore sempre ben preciso, da cui si dipanano quadri e vicende parallele.
    Un “thriller storico” rientra in generale nella categoria del “romanzo storico”: genere letterario sempre apprezzato, ma spesso fonte di discussione. C’è chi polemizza, di fronte alla contaminazione tra due generi letterari (solo apparentemente) incompatibili tra loro: “storia” e “poesia”; il tema non è certo nuovo: ne parla per esempio già Aristotele, nella “Poetica” [1451b].
    Se sostituiamo il termine “poesia” – in senso lato – con il termine “narrativa”, allora il confronto è tra i generi letterari del romanzo e del saggio storico. Nel caso del “Pendolo”, risulta emblematico l’episodio ambientato ai tempi dell’impero romano: la descrizione del comportamento e delle azioni di Plinio il Vecchio sullo sfondo dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. rientra sicuramente nei canoni della “poesia”. Risulta infatti non solo possibile, ma del tutto verosimile, che una persona come Plinio – individuo animato da una inesausta sete di conoscenza e, del pari, dall’esigenza di tramandare tale conoscenza – annotasse rapidi appunti sul terremoto che aveva investito l’area partenopea il giorno precedente all’eruzione vera e propria; annotazioni veloci, nell’urgenza del momento: riservandosi, con ogni probabilità, di renderle più complete e strutturate più avanti, magari nella sua “Naturalis Historia”. Plinio il Vecchio era uomo di scienza e uomo pubblico, nonché comandante – all’epoca dei fatti – della flotta imperiale basata a Capo Miseno. Che rimanesse in città, malgrado gli avvenimenti drammatici, non vi è da dubitare; e che fosse disposto a sacrificare anche la vita, in nome dell’aspirazione alla conoscenza scientifica, lo stesso: di ciò è esaustiva testimonianza nella famosa lettera dove Plinio il Giovane riporta gli ultimi momenti della vita di suo zio.
    In sintesi: che Plinio il Vecchio sia morto sul Vesuvio; che fosse uomo con cariche politiche e militari nella Roma imperiale all’epoca dei Flavi; che fosse uno straordinario erudito e uomo di scienza: tutto ciò è storia. Che abbia potuto assistere ad eventi prodigiosi, o che abbia scritto qualcosa di essi e che tali appunti (di cui si riferisce nel romanzo) non ci siano pervenuti: questa è narrativa.
    Ci sarà chi obietta che tali scritti non ci sono pervenuti, né di essi vi è traccia nella tradizione letteraria: ma l’obiezione appare debole, perché siamo comunque tra il “vero” ed il “verosimile”. Situazioni analoghe sono comunque documentate anche in testi classici: negli “Annales”, Cornelio Tacito descrive la morte di Petronio (XVI, 17-19), menzionando famosi ed enigmatici “codicilli” redatti dal grande poeta e rivolti a Nerone, di cui non riporta il contenuto perché all’epoca erano ben noti a tutti.
    Il romanzo storico non è storia romanzata: aspira invece a far rivivere la storia, dentro i lettori. I quali “navigano” nelle diverse epoche, accanto ai protagonisti come “in presa diretta”. Certo, il romanzo storico si basa sui fatti e su ciò che ne ha dettato il susseguirsi e la concatenazione, interpretandoli tra necessità e possibilità (poiché la causa non implica la necessità del fatto storico, ma la sua attuabilità); ma il romanzo, in quanto narrativa, introduce degli elementi di umanità quotidiana che – pur non storicamente provati o documentati – fanno sentire a noi, uomini di epoche anche molto successive, la vicinanza di quei personaggi: le loro vicende, la loro umanità, le loro imprese e le loro sofferenze. La loro diacronica verosimiglianza, alla fine. È questo il caso del “Il Pendolo di Dio”: non solo un thriller, ma anche un bel romanzo storico, godibile e ben documentato, capace di tenere avvinto il lettore attraverso i secoli, fino all’ultima pagina.

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