Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



sabato 14 luglio 2018

Intervista a: Francesco Bonvicini, autore di SANGUE SULLA PISTA


Cari amici,
oggi è nostro ospite Francesco Bonvicini, autore del thriller SANGUE SULLA PISTA, edito da Pegasus Edition.

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1) Benvenuto su Il Giallista, Francesco.
Cosa significa per lei scrivere? 
Beh, per me scrivere è sinonimo di evadere. Sono una persona solitaria e mi piace passare lunghe ore chiuso nel mio studio a compiere ricerche per i miei romanzi e, naturalmente, a scriverli. Ed è anche una terapia. Ho iniziato a scrivere nel periodo in cui sono stato in mobilità e devo dire che mi ha aiutato a non cadere in depressione in quei lunghi e noiosi giorni passati a cercare lavoro. Infine direi che, al di là delle ricerche per i miei romanzi, scrivere è un po' scavare dentro noi stessi e cercare qualcosa di noi, qualcosa che magari non sapevamo di avere. 

2) Come è nata la sua passione per il thriller? 
È nata a scuola, in prima ragioneria. Quand'ero studente non ho mai avuto un gran rapporto con la lettura, un po' perché ritenevo assurdo mettermi a leggere dopo intere giornate passate tra manuali, codici, prontuari e simili e un po' perché i miei numerosi docenti di lettere (la maggior parte supplenti) dicevano sì di leggere, imponendo però solitamente testi noiosi e non scorrevoli. Come dicevo, in prima ragioneria, la svolta. L'insegnante di lettere ebbe l'idea di creare una sorta di "biblioteca", cioè elencando su vari fogli, uno per genere letterario, titoli di numerose opere. In pratica, detto in soldoni, «leggete ciò che volete, ma leggete.» La mia scelta cadde su Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie. Da lì ho iniziato e... non ho ancora finito! Anzi, addirittura, adesso anch'io scrivo... 

3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria? 
Ho nominato Agatha Christie, la quale ritengo che giocoforza abbia ispirato tutti gli autori di thriller, in un senso o nell'altro. Però direi che l'autore al quale mi sento più vicino sia Giorgio Scerbanenco, perché con lui condivido il modo di vedere il mestiere di scrivere. Non l'esercizio di
ispirazione di un poeta da barzelletta che inneggia alla nuvolette fluttuante nel cielo, ma il lavoro appassionato di un artigiano che mano a mano vede compiersi la sua opera. E poi, direi, autori del genere Police Procedural, lo stesso dei miei romanzi, da Ed McBain ad Alexandra Marinina e a Michele Giuttari. Infine, i Decadentisti in generale. 

4) Di chi è l'opinione che teme di più? 
Diciamo che non "temo" le opinioni perché ritengo assurdo lasciarsi condizionare dalle stesse. Come giustamente afferma la mia amica e collega Danila Comastri Montanari, "alla fine ha ragione il pubblico". E, comunque, anche se il pubblico apparentemente non sembra interessarsi al nostro lavoro, è un motivo di più per continuare. Smettere significa soltanto contribuire a essere ignorati. 

5) Come è nata l'idea di "Sangue sulla pista"? 
L'idea iniziale è partita dal filmato in Super8 girato da un cineamatore sul circuito del Nürburgring immortalando l'incidente di Niki Lauda da posizione centrale, filmato che spesso viene riproposto nei programmi sportivi e non. Essendo un giallista truculento (la definizione è di una mia amica docente di lettere), mi sono chiesto: «Se al posto di un cineamatore ci fosse stato un killer armato di fucile di precisione, il risultato sarebbe identico.». Da lì, poi, ho sviluppato tutta la storia. 

6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione? 
Ovviamente sì perché, fedele all'insegnamento di un illustre collega: «Mai terminare un romanzo senza avere in mente il successivo.». A dire il vero ho iniziato a scrivere il quarto romanzo, che s'intitolerà Sangue sulla neve, ho preparato la scaletta del quinto e ho un sacco di materiale, in parte ricevuto dalla Polizia di Colonia, che devo ancora studiare. Quindi, come concludo sempre i miei post su FaceBook, Bleiben sie dran!!!! (in tedesco, rimanete sintonizzati!!!!).
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L'AUTORE:
Francesco Bonvicini, classe 1973, vive e lavora a Montecatini Terme come ragioniere presso un avviato studio di commercialisti e consulenti del lavoro. Cugino della nota pianista e poetessa Lavinia Cioli, da lui definita come "l'espressione del mio lato artistico", condivide con lei la passione per la musica e la letteratura. Appassionato fin dalla giovane età di letteratura poliziesca (da Agatha Christie a Rex Stout) e spaziando tra i suoi vari generi, si appassiona al police procedural ed ai suoi maestri, dai quali prende ispirazione. È proprio in questi anni che inizia a maturare l'idea di creare "qualcosa di nuovo" nell'ambito della narrativa poliziesca italiana. Dopo alcuni tentativi abortiti, nel 2010 inizia a scrivere il primo romanzo della saga Sangue su Colonia, incentrata sulle indagini della Terza Squadra Omicidi della nota città tedesca, ricostruite attraverso un meticoloso lavoro di ricerca e di studio sia del codice penale e della cultura tedesca, sia della cronaca nera in generale e delle scienze forensi. Il risultato sono storie dall'andamento lineare ma non banale e dal taglio "televisivo/cinematografico" con personaggi spogliati del loro abito e presentati per come in realtà sono. 
Per Pegasus Edition ha pubblicato: 
Sangue sul Reno (premio speciale romanzo giallo edito al 5° Concorso Letterario a Carattere Internazionale Città di Pontremoli e segnalazione particolare della giuria narrativa/saggistica al 41° Premio Letterario Casentino di Poesia, Narrativa e Saggistica "Giuseppe Frunzi"); 
Sangue sui binari (segnalazione particolare della giuria narrativa/saggistica al 42° Premio Letterario Casentino di Poesia, Narrativa e Saggistica "Giuseppe Frunzi"); Sangue sulla pista, in uscita il 20/05/2018.

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