martedì 17 luglio 2018
Intervista a: Fabrizio Carcano, autore di IN NOME DEL MALE - Mursia
Buongiorno, amici giallisti!
Oggi, è nostro ospite lo scrittore Fabrizio Carcano, che ci parlerà un po' di lui e del suo ultimo libro IN NOME DEL MALE, edito da Mursia.
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1) Benvenuto su "Il Giallista", Fabrizio!
Cosa significa per lei scrivere?
La scrittura è la mia vocazione, in qualche modo l’unica cosa che mi piace fare e che so fare decentemente nella vita. Ho iniziato a fare il giornalista a 18 anni, mentre la passione che mi ha portato a cimentarmi nella narrativa è arrivata intorno ai 35 anni, dunque dopo una lunga esperienza giornalistica. Fino a quel momento non avrei mai immaginato di scrivere un libro anche se ogni volta che leggevo un giallo italiano mi domandavo se sarei stato capace di fare altrettanto.
2) Come è nata la sua passione per il thriller?
Intanto più che thrillerista preferisco definirmi un giallista. Nei miei libri l’azione non è prevalente rispetto alla riflessione e alla descrizione. Ho iniziato a scrivere noir e continuo a scriverli per sviscerare e far conoscere la bellezza nascosta di Milano, quella legata alla sua arte, alla sta storia, alle sue basiliche e a personaggi come Leonardo da Vinci. La mia è una Milano ‘camminata’, vissuta a piedi, cogliendo dettagli nascosti, angoli bui, piccole meraviglie e grandi misteri, dalla Colonna del Diavolo e agli spettri di Piazza Vetra, dall’ossario di San Bernardino fino ai misteri disseminati in città nella sua ventennale permanenza da Leonardo.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Sono uno scrittore di noir ma come lettore amo spaziare nel thriller storico o archeologico. E questo influenza anche la mia scrittura. Anche se ovviamente, per aggiornamento professionale e per ‘allenamento’, mi ritrovo a leggere circa 40 gialli l’anno. Paradossalmente anche se mi hanno etichettato come il Dan Brown milanese il mio scrittore preferito è Valerio Massimo Manfredi. E’ chiaro che i miei primi due romanzi, scritti nel 2010 e 2011, risentirono dell’onda lunga di Dan Brown. Ma ho sempre trovato ispirazione nei libri di Michele Giuttari e Donato Carrisi. Tuttavia essendo uno scrittore seriale, dato che sette dei miei otto romanzi hanno per protagonista il commissario Ardigò - protagonista cresciuto e cambiato nei vari libri, anche invecchiato perché nel romanzo di esordio, Gli Angeli di Lucifero, è un 35enne, mentre nell’ultimo ha 44 anni, con una
crescita biografica e generazionale – l’influenza ‘danbrowniana’ si sente. Anche se tutti i miei romanzi sono indissolubilmente legati a Milano, quasi morbosamente aggiungo. E ovviamente di libro in libro cambia Milano, da quella del 2009 a quella attuale. Le mie trame sono quasi sempre legate all’esoterismo e all’occulto, spesso celati dietro l’arte. Da qui l’accostamento a Dan Brown, anche se i suoi ultimi libri, lo ammetto, non mi hanno fatto impazzire…
4) Di chi è l'opinione che teme di più?
Ho smesso da tempo di temere i giudizi altrui. Non mi frega nulla del parere di blogger, recensionisti o colleghi spesso invidiosi che vendono un decimo del sottoscritto. E non mi frega nemmeno dei premi dove i miei libri sistematicamente escono nei primi turni di selezione, anche se poi in libreria volano. Per fare un esempio pratico, lo scorso anno 17mila lettori milanesi in 80 giorni, tra marzo e maggio 2017, hanno scaricato l’ebook de Gli Angeli di Lucifero, una media di oltre 220 lettori al giorno hanno scaricato un noir che nei vari premi era stato bocciato non entrando nemmeno nei 30 migliori di quell’anno. Poi quanto hanno venduto i finalisti o semifinalisti di quei premi? Sorvoliamo… L’unico giudizio che conta per me è quello dei lettori, e non temo il loro giudizio: se i miei libri non dovessero piacere, ed è anche successo con un paio di romanzi precedenti, ben vengano critiche e stroncature dei lettori, che ripeto ho ricevuto tra il 2015 e il 2016 e mi sono servite, per ripartire con il Mostro di Milano, altro libro snobbato da recensori e giurie, ma premiato in libreria a suon di ristampe. Così… giusto per ricordarlo.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere "Il nome del male"?
Volevo tornare a scrivere di occulto, di esoterismo, spingendomi nuovamente anche nel terreno oscuro del satanismo, anche se la setta satanica è sullo sfondo della trama. In Nome del Male è un giallo in cui Ardigò si trova cacciatore e al tempo stesso preda di un assassino che annuncia sei delitti, sei diversi peccatori da punire con la morte e l’ultimo sarà proprio Ardigò, la punta di un esagramma mortale. Un’indagine che costringerà Ardigò a scavare nell’animo oscuro di Milano e in ambienti legati al satanismo cercando chi uccide ‘in nome del male’. Da qui il titolo…
6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?
A fine ottobre uscirà il mio nono noir, già chiuso e in fase di correzione. Si intitolerà il Codice di Giuda, è un giallo religioso ambientato a Milano nel 2018. Il titolo richiamerebbe il solito Dan Brown, anche perché effettivamente racconto il Vangelo apocrifo di Giuda, ma è un giallo metropolitano su una serie di omicidi legati al mondo ecclesiastico, con riferimenti a reali vicende di pedofilia e abusi sessuali, ma su tutta l’inchiesta aleggia un mistero religioso, da scoprire pagina dopo pagina.
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L'AUTORE:
Fabrizio Carcano è nato a Milano nel 1973. Giornalista professionista, scrive per Il Giorno e per Superbasket. ‘In nome del Male’ è il suo ottavo romanzo noir dedicato ai misteri e al fascino di Milano dopo ‘Gli Angeli di Lucifero’ (2011), ‘La Tela dell’Eretico’ (2012) ,‘Mala Tempora’ (2014), ‘Ultimo grado’ (2014), ‘L’erba cattiva' (2015), ‘Una brutta storia’ (2016) e ‘Il Mostro di Milano’ (2017), pubblicati sempre con Mursia Editore. Nel 2017 la versione ebook del suo romanzo d’esordio ‘Gli Angeli di Lucifero’ è stata la più scaricata dai lettori milanesi, nell’ambito dell’iniziativa ‘Milano che legge’, con quasi 17mila download in ottanta giorni.
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