E' già disponibile nelle librerie dal 21 gennaio, l'ultimo libro di Paolo Roversi, si tratta de “La marcia di Radeschi”(edito da Mursia) l’esordio del giornalista-hacker che indaga nella Milano criminale
C’è sempre un primo cadavere. Anche per i detective di carta come Enrico Radeschi, il giornalista hacker nato sei anni fa dalla penna di Paolo Roversi e diventato beniamino dei lettori nei romanzi La mano sinistra del diavolo, vincitore del Premio Camaiore, Niente baci alla francese, L’uomo ella pianura e del giallo per i ragazzi Gli agenti segreti non piangono. Tutti editi da Mursia
Nel volume La marcia di Radeschi (Mursia, pagg. 216; euro 15,00), in libreria già dal 21 gennaio, si comincia dalla prima avventura, Blue Tango per seguire le orme del giornalista-investigatore che dalla sua prima apparizione ha fatto molta strada, sia nella finzione sia nel mondo editoriale, e con lui sono diventati beniamini dei lettori il vicequestore Loris Sebastiani, uomo dal carattere duro con qualche debolezza per le belle donne e i Toscanelli e l’assistente Fuster. Nel volume sono pubblicate anche le altre avventure brevi di Radeschi: ‘Real Fiction’, ‘Monpracem Resort’, ‘Morte al Salone del Libro’ e ‘Il quadro’
In Blue Tango, che segna l’esordio di Radeschi e del suo autore, nasce il sodalizio tra il giornalista e il vicequestore che si trovano a inseguire un omicida seriale di prostitute; le atmosfere sono quelle metropolitane, una costante dei romanzi di Paolo Roversi che spesso intreccia nelle sue storie la Bassa e la grande città, personaggi della provincia e tipi duri metropolitani.
«Come le persone reali anche i personaggi di carta crescono e mutano. Cambia il mondo che li circonda, il linguaggio che parlano, i loro tic e il loro sguardo sulla realtà», spiega Roversi; «La marcia di Radeschi è una sorta di flash back letterario: sono tornato dove tutto è iniziato ed è stato divertente scoprire quanto il mio personaggio sia maturato negli anni e come, di romanzo in romanzo, abbia registrato e raccontato una Milano in profonda trasformazione. Persino la metropolitana che faceva da sfondo a Blue Tango non è più la stessa. Anche i gialli a volte, diventano scrigni della memoria.»
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