Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



domenica 20 marzo 2016

Recensione: IL PRINCIPIO DEL MALE di Stefano Tura - Piemme edizioni


Con uno stile narrativo accattivante, protagonisti carismatici - che entrano subito nelle simpatie del lettore - e la capacità di portare avanti più filoni narrativi, Stefano Tura può definirsi il James Patterson italiano.
Con il suo ultimo thriller, IL PRINCIPIO DEL MALE (uscito a febbraio per Piemme) Tura ha dimostrato - ancora una volta - di essere un esperto narratore.
Come nei thriller dei grandi autori americani, Tura ha strutturato il suo romanzo portando avanti, parallelamente, due storie, due indagini. Entrambe appassionanti e coinvolgenti.
La prima indagine, chiamiamola principale, riguarda una serie di efferati omicidi verifisicatosi a Ipswich, nel Suffolk, in Inghilterra; mentre l'altra è ambientata in Italia, in Emilia.
I due casi non sono del tutto separati, anzi, hanno un comune denominatore e partono entrambi dallo stesso punto, per poi intraprendere strade diverse.
Per tale motivo, ci sono ben due protagonisti: uno inglese, l'investigatore di Scotland Yard Peter McBride, spregiudicato, sprezzante delle regole e dei luoghi comuni, astuto, scaltro; e l'altro italiano, Alvaro Gerace, poliziotto bolognese.
McBride è un omone di colore, che veste con tshirt aderenti, mettendo in mostra la sua possente massa muscolare, la cui unica regola è trovare la verità. Non ha importanza quali leggi infrangerà, a chi pesterà i piedi - sia in senso metaforico che letterale - o quali ostacoli dovrà abbattere. Non ha paura d sporcarsi le mani. Nato e cresciuto in un quartiere difficile, McBride ha fatto parte di una gang, iè stato arrestato, ha scontato le sue pene in carcere, ma non è molto diverso da prima. Adesso è passato dall'altra parte della legge, ma le regole della strada fanno ancora parte di lui, e le usa per scoprire la verità, per portare giustizia. Ha avuto una possibilità per cambiare, e cerca di sfruttarla al meglio. Sa riconoscere il marcio - perché l'ha vissuto in prima persona - riconosce le sue debolezze, i suoi limiti, e questo lo rende irresistibile. Un personaggio che cattura subito il lettore. Gerace, invece, è più vecchio di lui, ma, seppur in maniera diversa, sono sulla stessa lunghezza d'onda. Anche lui non ha problemi ad andare contro le regole. Essere un poliziotto è la sua ragione di vita. A volte burbero, chiuso, introverso, indagare e scoprire la verità sono la sua missione.
La vicenda in Inghilterra è ambientata in un particolare e delicato momento politico. Un certo David Stonedge ha formato il partito politico British Defende Party, che lotta per fare uscire l'Inghilterra dall'Europa. Intende "ripulire" il Paese da qualsiasi straniero, europeo ed extraeuropeo. Vuole mantenere e preservare la "razza britannica".
Casualmente, tutti i delitti che stanno colpendo Ipswich, riguardano immigrati. Secondo Stonedge, gli "stranieri" portano problemi e tolgono il lavoro. Bisogna quindi ripulire il Paese. Questa mentalità è tipica degli inglesi, e Stefano Tura non poteva descriverla meglio. Il tema è molto attuale, e forse anche premonitore.
I delitti colpiscono giovani coppie di immigrati, che hanno scelto l'Inghilterra come paese per cambiare, per trovare la loro strada e un futuro migliore. Si tratta di omicidi efferati, brutali, che ricordano un famoso serial killer di dieci anni prima, e fanno ricadere la comunità nella paura e diffidenza. Forse si tratta di un emulatore. Per questo motivo, Scotland Yard manda McBride a indagare. Fiutando subito la puzza di bruciato, McBride chiede l'aiuto del suo fidato amico in Italia, Gerace. Gli chiede, in via ufficiosa, di indagare sull'unico sopravvissuto di questi delitti: l'italiano Marco. Aggredito insieme alla sua ragazza Anna, in casa, è vivo per miracolo. Traumatizzato, Marco ritorna in Italia, a Bologna, e McBride chiede a Gerace di contattarlo. Dato che è l'unico sopravvissuto, anche se è passato un anno, forse può rivelare qualche dettaglio utile alle indagini.
Con un ritmo sempre crescente, capitoli brevi che velocizzano la lettura, rendendola scorrevole, i due casi procedono con azione e determinazione fino al colpo di scena finale, che gli amanti del giallo classico della golden age non mancheranno di apprezzare.
IL PRINCIPIO DEL MALE è un thriller che ci dimostra come il male si annida nell'animo umano, in modo subdolo, divorando dall'interno, non risparmiando nessuno, neppure le personalità più insospettabili. C'è un lato oscuro in tutti, ma ciò che fa la differenza è il modo come si decide di usarlo. Anche il protagonista McBride ne ha uno, ma ha scelto di metterlo al servizio del bene, della giustizia.
In conclusione, questo thriller è un'ottima lettura, appassionante e coinvolgente, e speriamo di leggere altri casi con il mitico due McBride-Gerace.
Consigliato!

IL PRINCIPIO DEL MALE
Stefano Tura
Editore: Piemme
Prezzo: €18,50
Pag.: 372
Uscita: 16 febbraio 2016

BOOKTRAILER:


L'AUTORE:
STEFANO TURA, giornalista e scrittore, nato a Bologna, vive a Londra dove lavora come corrispondente per la Rai. Ha iniziato la carriera come cronista di nera nel quotidiano Il Resto del Carlino. È stato poi inviato di guerra per la Rai in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Sudan. Come autore di gialli e noir, ha scritto Il killer delle ballerine, Non spegnere la luce, Arriveranno i fiori del sangue, finalista nei premi Fedeli e Scerbanenco, e Tu sei il prossimo, con il quale ha vinto i premi Romiti e Serantini e si è classificato al terzo posto nel concorso letterario Azzeccagarbugli

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