giovedì 19 agosto 2010
Intervista a cura di Laura del Monte
Carissimi amici,
vi segnalo una simpatica e piacevole intervista fattami dalla giornalista Laura del Monte, pubblicata su "Il Blog dei libri"
Buona lettura!
Marco Tiano
1. Caro Marco, cosa significa, oggi, essere un giovane scrittore? Quante difficoltà bisogna passare per affermarsi nel panorama letterario italiano, come stai egregiamente facendo tu?
Per quanto mi riguarda, la strada è ancora lunga e ci sono una miriade di difficoltà e sfide da superare. A tal proposito, però, non posso ignorare i piccoli traguardi che ho raggiunto e che, per me, rappresentano un’enorme soddisfazione. Devo questi riconoscimenti ai miei lettori, che non mi stanco mai di ringraziare, perché tutto ciò è stato possibile grazie alla loro soddisfazione e al passaparola.
Purtroppo, come in molti altri campi, un giovane (anche meritevole) ha molti ostacoli da superare per far riconoscere il proprio talento. L’indifferenza e lo scetticismo verso lo sconosciuto, l’ignoto è sempre in agguato. Da questo punto di vista però posso ben affermare che sono stato molto fortunato e che in molti mi hanno dato fiducia, fin dall’inizio.
2. Tu ringrazi i tuoi lettori per il passaparola e il loro gradimento, non credi che tale soddisfazione dipenda soprattutto dalla validità della tua opera, e che il merito è soprattutto tuo?
In parte sarà merito mio, ma questo è un particolare al quale non presto mai troppa attenzione. Un riconoscimento speciale spetta alla mia famiglia che mi ha tramandato l’amore per la lettura.
Agatha Christie, Conan Doyle, Dickson Carr, sono stati loro i miei maestri che mi hanno egregiamente insegnato le regole del buon giallo classico.
3. Hai citato grandi nomi della letteratura poliziesca, a quali di loro ti senti più legato e perché?
Sicuramente la medaglia d’oro spetta ad Agatha Christie. Sono i suoi i primi romanzi gialli che ho letto, e sono state le sue trame complicate ad avermi stregato. Da allora la mia passione per il giallo si è impadronito di me. Ho letto l’intera produzione della Christie, ho visto tutti i film tratti dai suoi libri, e spesso tali storie sono state per me fonte di ispirazione, naturalmente oltre la vita reale e la quotidianità.
4. Da quello che scrivi, e da ciò che ho letto navigando su internet, tu prediligi il giallo classico inglese. Perché e cosa suggerisci a chi vuole intraprendere questa entusiasmante sfida?
Ebbene, sì, lo ammetto! Il mistery classico è il mio tallone di Achille. Mettetemi di fronte ad un delitto in una camera chiusa, e potete chiedermi qualsiasi cosa.
A parte gli scherzi, il giallo classico è la mia passione sin da piccolo perché non vi è violenza e rappresenta un genere di evasione; un modo per estraniarsi dalla cruda realtà e divertirsi con rompicapo e situazioni impossibili. La ragione principale per la quale lo preferisco è l’effetto sorpresa del finale. Sapere che tutti i personaggi hanno un alibi, un movente per aver commesso il delitto e non immaginare chi possa essere il colpevole è una sensazione fantastica!
Un consiglio che potrei dare a chi desidera scrivere un buon giallo è quello di stupire il lettore, non con banali scene di sangue o sesso che impressionano facilmente l’immaginazione, ma con l’ingegno e i rompicapo impossibili.
5. Il tuo romanzo è giunto alla decima ristampa, in che modo hai guadagnato questo traguardo e quale aiuto hai avuto dal tuo editore?
La decima ristampa è una grande soddisfazione e ancora una volta il merito è solo dei miei lettori. È stato il passaparola che ha permesso tale traguardo. Da questo punto di vista, purtroppo, il mio editore non ha fatto nulla. Non vi è stata una campagna pubblicitaria adeguata, pur notando le vendite. Il passaparola è la migliore pubblicità e, fortunatamente, nel mio caso è stato così.
Un lettore soddisfatto ne vale altri dieci!
6. Nel tuo giallo “Uno di troppo” ci sono molti indizi e false piste, come sei arrivato a questa trama?
Scrivere “Uno di troppo” è stata una bella sfida. Tutto è iniziato per gioco, ma poi mi sono appassionato alla trama, mi sono affezionato ai personaggi e non ho potuto fare al meno di sapere come tutto sarebbe andato a finire. Soprattutto dovevo dare una soluzione a tutti i protagonisti, non potevano rimanere nel limbo. È stata un’esperienza fantastica e, nonostante stia per terminare il terzo giallo, per “Uno di troppo” ho un occhio particolare.
Gli indizi, le false piste, i moventi, gli alibi, tutto è stato stabilito a priori. Soltanto la descrizione delle scene è avvenuta spontanea durante la stesura. Il tutto è stato curato nei minimi particolari in modo che ogni elemento potesse combaciare con gli altri. Il lettore, dopo aver letto la soluzione, deve poter tornare indietro nella storia e trovare l’indizio necessario alla soluzione del mistero. Se si taglia una parte, o anche una frase, si rischia di compromettere l’intero intrigo. Ogni elemento ha la sua corrispondente nelle pagine successive. In “Uno di troppo” nulla accade per caso!
Grazie per questa intervista e al prossimo colpevole da smascherare.
Laura del Monte
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