Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



mercoledì 11 maggio 2022

Intervista a: Paolo Lanzotti, autore di LE RAGIONI DELL'OMBRA - Tre60

Cari amici,
oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro blog Paolo Lanzotti, autore del thriller LE RAGIONI DELL'OMBRA, e I GUARDIANI DELLA LAGUNA, entrambi edite da Tre60.

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1) Benvenuto su Il Giallista, Paolo.
Cosa significa per lei scrivere?
A una domanda del genere potrei rispondere in molti modi, anche diversi fra loro. Ne scelgo uno. Per me scrivere significa, sicuramente, assaporare il piacere della creatività. Quando si scrive si costruisce un mondo, si dà vita a persone che non esistono, s’intrecciano storie che, altrimenti, non vedrebbero la luce. Insomma, si è come piccoli maghi alle prese con un incantesimo. Magari, poi, il mondo che abbiamo costruito non riesce bene o non ha fortuna. In ogni caso, è un universo che ci è costato tempo, fatica, ansie e aspettative, e il piacere d’averlo plasmato rimane al di là di ciò che accade in seguito. A mio avviso, questo è qualcosa d’impagabile. A ciò si aggiunge una speranza. Quella che la nostra opera possa donare qualche momento di gioia, di riflessione, magari di “insegnamento” a chi legge. Alla fin fine, credo che il significato principale dello scrivere sia questo. Dare qualcosa a qualcuno. O, almeno, provarci.  

2) Che generi letterari predilige?
Da lettore onnivoro quale sono, non ho mai fatto distinzioni. Ho sempre preferito leggere ciò che mi attirava, senza pregiudiziali e senza cadere nella retorica, molto snob e purtroppo molto diffusa in Italia, della divisione fra generi di serie A e di serie B o magari C. Ovviamente, questo non significa che io non abbia i miei gusti e le mie preferenze. Significa solo che, potendo, leggerei di tutto. Ma devo tenere conto del tempo. Per leggere ciò che viene pubblicato ogni anno, anche solo da noi, non basterebbero due vite. Come tutti, sono costretto a fare delle scelte. Inoltre, da scrittore, ho sempre bisogno di confrontarmi con la “concorrenza”. In conclusione, per le mie letture finisco col privilegiare il genere letterario di cui mi sto occupando in quel momento. Attualmente, leggo soprattutto gialli d’ambientazione storica. Che, comunque, al di là degli interessi “professionali”, sono tra i romanzi che leggo più volentieri.

3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
È una domanda alla quale è molto difficile rispondere con sicurezza. Spesso l’influenza che ha su di noi un autore, o anche un singolo romanzo, rimane nascosta e noi stessi non ne siamo consapevoli. Se mi spingo con la memoria ai tempi delle mie prime scoperte letterarie, da adolescente e da ragazzo, le figure che emergono sono sicuramente quelle dei grandi classici dell’avventura. Parlo di Melville, di Conrad, di Stevenson, di London, ma anche di Verne e, perché no, di Salgari. Oggi, autori del genere sono considerati obsoleti. Conosco diversi giovani che non li hanno mai sentiti nominare e che inorridiscono, quando dico loro che sono autori di secoli passati. A mio avviso è un peccato. Ma ogni epoca ha i suoi cantori ed è giusto così. L’importante è che si continui a leggere. Fatta salva la qualità, ovviamente. E, a quest’ultimo proposito, mi spingo a spezzare una lancia in favore di un genere che, attualmente, è decisamente sottovalutato: la fantascienza. Io nasco, in sostanza, come scrittore di fantascienza e, per anni, ho dovuto combattere contro la snobistica derisione di chi considera questo tipo di narrativa poco più che spazzatura. Ovviamente, anche nella fantascienza c’è del buono, dell’eccellente, del mediocre e del pessimo. Ma non succede la stessa cosa in qualsiasi campo? Io posso dire che, al di là dei grandi classici sopra citati, autori di fantascienza come Dick o Simak sono stati importanti, per me. E non mi vergogno ad affermarlo. 

4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Come ogni scrittore, credo, l’ispirazione mi viene da qualsiasi cosa. Un altro libro, un film, una conversazione fra amici, una discussione, un’osservazione udita per caso. O, magari, solo un pensiero vagante, improvviso e apparentemente immotivato, che mi raggiunge mentre sto per addormentarmi e mi costrinse e scendere precipitosamente dal letto per prendere qualche appunto. Non c’è limite alla follia di chi scrive. A questo punto, però, credo sia doveroso aggiungere che l’ispirazione è solo il primo mattone di una casa tutta da costruire. Di per sé conta poco. Quando arriva, bisogna essere pronti a lavorarci intorno a lungo, pazientemente, con impegno. E, magari, anche a gettarla via senza rimpianti, se è meglio così. Molti autori potenziali non diventano mai scrittori veri proprio perché danno troppa importanza al momento dell’ispirazione e troppo poca al lavoro che dovrebbe seguirla.   

5) Cosa l'ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
È una domanda alla quale devo rispondere con una certa dose d’inevitabile astrattezza. Ho scritto il mio primo romanzo perché qualcosa, dentro di me, pretendeva che lo facessi e mi spingeva a farlo. Ho cominciato a scrivere perché dovevo. Perché non potevo farne a meno. Perché sentivo che, altrimenti, mi sarebbe mancato qualcosa. Mi rendo conto che la risposta suona un po’ retorica e fumosa, per non dire esoterica. Ma è così e non saprei in che altro modo dirlo. Se volessi tentare di dare alla risposta una maggior “concretezza” dovrei aggiungere che ho scritto il mio primo romanzo perché sentito il bisogno di mettermi alla prova. Ma questo non spiegherebbe l’impulso iniziale. Ovviamente, dopo la prima volta le cose sono cambiate. C’è sempre un salto notevole tra il romanzo d’esordio e i successivi. Il primo, fra le tante cose, costituisce il tentativo di rispondere a una domanda che, penso, qualsiasi esordiente rivolge a se stesso. Ce la farò? Sarò all’altezza? Ho un talento sufficiente? Fatto il primo passo, si scrive sostanzialmente per il piacere di farlo e, come ho detto in precedenza, per il desiderio di dare qualcosa a qualcuno.

6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?
“Le ragioni dell’ombra” è il secondo romanzo di una serie iniziata, poco più di un anno fa, con “I guardiani della laguna”. Sono stato preso un po’ alla sprovvista dalla rapidità con la quale la casa editrice ha deciso di pubblicare questa “seconda puntata” a un anno esatto dalla prima. Ma, ovviamente, mi ha fatto molto piacere. A questo punto la risposta alla domanda appare scontata. Sto scrivendo la terza parte delle avventure di Marco Leon e degli Angeli Neri. Anche perché, nei primi due romanzi, ho volutamente lasciato in sospeso alcune linee narrative che vanno riannodate. Nelle mie intenzioni, dunque, prossimamente ci sarà un terzo romanzo della serie. Sarà pubblicato? E, se sì, incontrerà i favori del pubblico, com’è stato con i primi due? Vorrei tanto saperlo. Per adesso non posso far altro che scrivere. Che poi è la cosa più importante.    
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L'AUTORE:
Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi romanzi gialli e di alcuni libri per ragazzi.

Romanzi:
“I tempi del domani”, Perseo Libri, 1997
"Le parole magiche di Kengi il Pensieroso", Piemme, 1998
"Il segreto dello scriba", Piemme, 2004
"Il magico mondo di Honn", Gruppo Albatros-Il filo, 2009
"Il segreto di Kregg", Delos Books, 2010
“La voce delle ombre” – Il Giallo Mondadori n. 3148 – ottobre 2016, poi Mondadori Oscar gialli, 2017
“Il Libro di Libri”, Armando Curcio editore, 2017
“La verità è un’ombra, Watson” – Il Giallo Mondadori – serie Sherlock – 2017
“I guardiani della laguna”, Tre60, 2021
“Le ragioni dell’ombra”, Tre60, 2022

Pubblicazioni all'estero:
"Kengi y la magia de las palabras", SM, Madrid, 1999
"El secreto del escriba", ViaMagna, Barcelona, 2007

Premi letterari:
Vincitore del premio “Il Battello a Vapore”, PIEMME, 1997
Vincitore del premio “Odissea”, DELOS, 2009
Vincitore del premio “Alberto Tedeschi”, MONDADORI, 2016

Finalista al premio  “Odissea”, Delos, 2011
Finalista al premio “Urania”, Mondadori, 2012
Finalista al premio  “Alberto Tedeschi”, Mondadori, 2015
Finalista al premio  “Odissea”, Delos, 2015

1 commento:

  1. Bellissimo sia il primo libro della serie " I guardiani della laguna" che questo " Le ragioni dell'ombra". Lanzotti scrive benissimo e i 2 libri sono gialli storici molto coinvolgenti. Se mi posso permettere, aggiungerei anche "La voce delle ombre" con cui l'ho conosciuto e l'ho amato, ambientato durante la caduta della Repubblica di Venezia: notevolissimo!

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