Cari amici,
oggi, è nostra ospite Annalisa Strada che, in occasione dell'uscita in libreria del suo giallo PIÙ FIORI CHE OPERE DI BENE, edito da HarperCollins Italia, ci racconterà un po' di sé e del suo libro.
1) Benvenuta su Il Giallista, Annalisa!
Cosa significa per te scrivere?
Scrivere per me è sempre stato un gesto tanto necessario quanto spontaneo. Necessario perché certe storie nascono come un’urgenza, spontaneo perché metterle su carta mi è una conseguenza naturale.
2) Quando è nata la tua passione per i libri?
Amo i libri sin da quando ero bambina, da sempre mi attraggono le storie, sia quelle contenute nelle pagine sia quelle che si nascondono nelle chiacchiere di ogni giorno. Dopo l’università ho subito cominciato a lavorare in redazioni esterne per varie case editrici e quindi i libri sono stati una costante nella mia vita. Nonostante questo, avevo già circa trent’anni quando ho cominciato a scriverne. La mia prima e primaria passione, infatti, sono i libri per bambini e per ragazzi, che mi hanno dato grandi soddisfazioni negli incontri con i giovanissimi lettori e anche in termini di riconoscimenti (l’autrice ha vinto numerosi premi di settore come l’Andersen, il Cento, l’Arpino, il Gigante delle Langhe e il Selezione Bancarellino, ndr).
3) Come è nata l'idea di "Più fiori che opere di bene" e come mai questo passaggio alla narrativa per adulti?
Adoro i fiori, ma ne ho sterminati parecchi. Poi, a un certo punto, qualche anno fa, mi sono impegnata per migliorare. Non che adesso sia uno spasso: il mio pollice non può ancora dirsi verde, ma almeno non è più un pollice verso. Quindi, frequentando vivai e fiorai per cercare consigli e piante su cui fare allenamento, ho cominciato a constatare che i fiori sono il filo conduttore di molti eventi salienti: dai battesimi ai funerali, passando attraverso gli appuntamenti romantici, i compleanni, gli eventuali matrimoni, i cambi di casa. Nei momenti che contano, i fiori ci sono sempre. E dove c’è un fiore, c’è un fioraio. E chi mai sbatterebbe la porta in faccia a un vaso o a un bouquet recapitati in omaggio? Nessuno (o comunque ben pochi)! Allora mi è venuto in mente che piante e fiori possono essere un passe-partout. Questo per quanto riguarda il personaggio di Clotilde. Tutti coloro che la circondano, invece, sono personaggi e figure che sono cresciuti man mano, attorno all’idea di libro che stavo (è il caso di dirlo) coltivando.
4) Di chi è il parere che temi di più?
Nei quasi vent’anni di attività tra i libri, ho capito che i pareri vanno ascoltati tutti e tutti tenuti in considerazione, ma non ne va temuto nessuno. Se qualcuno ha un elogio da farmi ne sono grata e,
ovviamente, compiaciuta. Se qualcuno ha una critica da muovermi, la ascolto volentieri se è ben strutturata e argomentata e la prendo come spunto.
5) Quando termini un nuovo libro, a chi lo fai leggere per primo?
Mio marito Gianluigi Spini è spesso coautore e anche in “Più fiori che opere di bene” la sua presenza è importante, quindi di fatto legge in corso d’opera. Poi ho due lettori di fiducia, che leggono prima di chiunque altro: Alessandra Comparozzi e Lodovica Cima, e non esitano a farmi a fette quando è necessario e per questo le apprezzo molto.
6) Chi sono i tuoi autori preferiti, che in qualche modo hanno contribuito alla tua formazione letteraria?
Sono una lettrice onnivora e oserei dire compulsiva. Non solo leggo libri, ma ascolto molti audiolibri. Fino all’università ero una lettrice snob e se l’autore del testo non era morto da almeno cent’anni e non aveva passato il vaglio della critica più severa non mi sognavo nemmeno di aprirlo, quindi quella fu l’epoca dei grandi classici. Poi un giorno, attorno ai 21-22 anni, entrai in libreria e misi mano a un libro di Stephen King. Mi accorsi che non riuscivo più a mollarlo. Pagai alla cassa tenendo con il dito il segno della pagina cui ero arrivata. Da lì in avanti ho letto veramente di tutto, dal top all’ultra pop, sostanzialmente senza smettere mai.
Lo so che così sembra che io abbia eluso la domanda, ma so pure che in parecchi storcerebbero il naso sentendomi dire che Agatha Christie è un mito ma al suo fianco ci vedo benissimo Janet Evanovich, che divoro Carrisi e Manzini e li intervallo senza scrupoli con Elizabeth George e che so come cucina Kay Scarpetta ma ho anche ben presenti praticamente tutti i libri di Jeffery Deaver, ma amo ugualmente Ellery Queen e via discorrendo. Soprattutto perché accanto a questi dovrei dire che non mi perdo un titolo di Guido Sgardoli o di John Green, di Aidan Chembers o di Paola Zannoner, che una delle autrici italiane che apprezzo di più è Giusi Quarenghi insieme a Bianca Pitzorno e che insisto nel proporre a chi incontro i lavori di Fabrizio Silei o di Lia Levi. E questo sarebbe solo parte del discorso. Insomma, chiedermi questo è un po’ come domandare a una mano quali siano le sue dita preferite: ognuna ha un ottimo motivo per essere apprezzata.
7) Ci saranno altri romanzi con protagonista Clotilde Grossi?
Per un buon delitto servono un movente, un’arma e un’opportunità. Per scriverlo servono il tempo, il ritmo e il modo: ci stiamo lavorando, in attesa che i tre elementi si allineino.
8) Stai già lavorando a un nuovo libro? Se sì, puoi dare qualche anticipazione ai nostri lettori?
Il nuovo libro è in uscita per la metà dell’anno e si intitola “La scorpacciata” ed è una truculenta storia di cibo e avidità che vede in azione due perfidi vecchietti e due inarrestabili bambine, sempre con un sorriso e una strizzata d’occhio. Ah, il lettore ideale è over 8, quindi credo che ci siamo dentro tutti!
Grazie mille, Annalisa!
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Annalisa Strada
Editore: HarperCollins Italia
Pag.: 329
Prezzo: €17,00
Uscita: 10 Gennaio 2019
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Clotilde Grossi, detta Clo, è una trentasettenne senza orpelli nel pensare e neanche nel vestire. Nella vita fa la fioraia, vive a Bergamo e il suo negozio si chiama Ditelo con i fiori. Nessuna meglio di lei sa se è meglio un crisantemo o un gladiolo per ogni occasione. Ma sarebbe un errore immaginarla come un’inguaribile romantica, perché la sua vera passione è il crimine. Vorace consumatrice di romanzi gialli che le vengono spacciati da Nicla Verzetti, la sua amica libraia del negozio di fronte, non riesce a resistere di fronte a ogni notizia di cronaca nera. Vuole sempre saperne di più e riesce a rubare preziose informazioni anche grazie al suo fidanzato storico, Carlo, che guarda caso fa l’impresario di pompe funebri. Un giorno però, nella piazza principale della città, viene ritrovata la testa di un uomo orrendamente sfigurato. Clotilde è fra i primi ad arrivare e senza pensarci due volte decide di mettersi in campo personalmente nelle indagini, utilizzando la scusa dei fiori. Ed è proprio durante le sue scorribande non proprio lecite che conosce il commissario Riccardo Leonardi. Un uomo dai rari sorrisi, cravatte sgargianti, frequenti macchie di stilografica sul taschino e dall’intuito infallibile. Per questo Leonardi capisce subito di aver trovato, più che un’innocente margherita, un’autentica spina nel fianco.
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Annalisa Strada, è nata nel 1969 in provincia di Brescia, esattamente dove vive ora con marito e figlia.
Ha sempre lavorato con i libri, fino a quando non ha cominciato a scriverli. Da allora conserva una doppia vita come docente di lettere nella scuola secondaria di primo grado e stimata autrice per ragazzi.
Questo è il suo primo romanzo per adulti.
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