mercoledì 28 aprile 2010
Paolo Grugni presenta Italian Sharia
Cari amici,
vi segnalo un appuntamento da non perdere:
venerdì 30 aprile 2010
PADOVA ore 18.00
Libreria Draghi, via Santa Lucia 11
Lo scrittore Paolo Grugni presenta il suo ultimo libro:
ITALIAN SHARIA
Fabio Fracas presenta l'autore Paolo Grugni
Buone letture!
Marco Tiano
mercoledì 21 aprile 2010
Nuova uscita "Polillo editore"
Cari giallisti, una buona notizia!
Ancora una volta la Polillo editore ci delizia e vizia con un nuovo classico del giallo.
Da domani, infatti, in libreria:
L'ASSASSINO INVISIBILE
di Rupert Penny
“I bassotti” n. 81
Pagine: 320
Prezzo: € 14,40
ISBN: 978-88-8154-352-6
Traduzione di Dario Pratesi
Nelle librerie da giovedì 22 aprile 2010
IL LIBRO
Alla morte di Andrew Steele, il suo ingente patrimonio viene affidato alla tirannica vedova Harriet a una condizione: la donna deve continuare a vivere nella casa di famiglia ospitando tutti i parenti del marito. Ma la convivenza con la suocera e le sue tre figlie non è delle più facili e presto cominciano ad accadere fatti strani. Qualcuno versa dell’inchiostro sulla biancheria intima della padrona di casa, poi taglia una sua pelliccia di visone e rompe una delle preziose pendole che colleziona, tutto nell’arco di una settimana. La povera Harriet non può far altro che rivolgersi a un’agenzia investigativa perché scopra il responsabile di tali malefatte, ma, nonostante l’intervento del giovane segugio Douglas Merton, la situazione continua ad aggravarsi finché, in un crescendo di tensione, la stessa Mrs Steele viene trovata pugnalata alla schiena nella sua stanza chiusa a chiave dall’interno. Naturalmente non c’è traccia dell’assassino, e gli unici indizi sono una strana macchia di cera sul pavimento e la mancanza della chiavetta di un orologio da tavolo. Per di più, le porte di alcune stanze dei familiari sono state bloccate dall’esterno con un accorgimento. Un delitto impossibile per il buon Merton, ma non per l’ispettore capo Beale di New Scotland Yard… Inedito in Italia, questo ingegnoso mistero della camera chiusa uscì nel 1941.
L'AUTORE
Rupert Penny (1909-1970), al secolo Ernest Basil Charles Thornett, nato in Cornovaglia, è forse uno dei meno noti scrittori inglesi della Golden Age, ma nello stesso tempo uno dei più apprezzati dagli amanti del giallo classico che lo considerano un vero e proprio autore di culto. Esperto enigmista – trascorse la sua vita lavorativa al servizio dell’intelligence britannica occupandosi soprattutto di decrittazione di codici – scrisse solo nove mystery nei quali il delitto impossibile la fa da padrone. Le sue opere, finora inedite in Italia, furono pubblicate tra il 1936 e il 1941 e firmate tutte Rupert Penny tranne l’ultima, Cut and Run, uscita sotto l’ulteriore pseudonimo di Martin Tanner. Grande appassionato di giardinaggio, per due anni ricoprì la carica di presidente della British Iris Society. Il suo esordio letterario avvenne con The Talkative Policeman (1936) nel quale fece la sua comparsa l’ispettore capo Edward Beale di New Scotland Yard, che sarà il protagonista dei primi otto romanzi. La sua opera più famosa è invece L’assassino invisibile (Sealed-Room Murder), recentemente inclusa dal critico Jonathan Scott nella lista dei 50 migliori delitti della camera chiusa di tutti i tempi. “Uno dei più soddisfacenti delitti impossibili mai scritti da un autore inglese” è stato il suo entusiastico commento.
Buona lettura!
Marco Tiano
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venerdì 16 aprile 2010
Nuova uscita: Il ritorno del diavolo
Questa mattina "Il giallista" vi segnala l'uscita di un nuovo romanzo giallo dal titolo "Il ritorno del diavolo" di Giovanni Merenda. Il secondo titolo della neocollana dedicata al mistero "Catrame" della casa editrice "Scrittura e Scritture"
Dalla quarta:
Un cadavere viene rinvenuto all’Istituto di Scienze Etnologiche, nella stessa stanza in cui anni prima era stato ucciso un frate esorcista. Sul corpo, dei messaggi da decifrare, “alcuni fogli con lettere ritagliate dai giornali, quasi incongrue, grandi coriandoli che però non annunziavano il vicino carnevale”.
Un’indagine delicata che richiama in Sicilia il commissario Luigi Martino e i suoi collaboratori di sempre: il simpatico Orlando e il precisino Di Blasi, amante delle citazioni shakesperiane.
Luigi Martino è un insolito investigatore: irriverente ed ironico, un po’ fuori dagli schemi nel condurre le indagini sempre ai limiti della “prassi”, astuto e sensibile. Il suo ritorno sarà segnato da diavolerie di ogni sorta, medium, chiromanti ed esorcisti che lo porteranno a far luce sull’omicidio… e non solo…
Il ritorno del diavolo
Giovanni Merenda
Collana: Catrame
Prezzo: € 11,50
Pagine: 132
Isbn: 978-88-89682-23-4
Anno: 2010
Marco Tiano
domenica 11 aprile 2010
La morte in pentola di Gaia Conventi
"La morte in pentola" (Edizioni Forme libere - collana: Passi nel buio) è un racconto della giallista Gaia Conventi, vincitore del concorso letterario nazionale Passi nel buio 2009.
Anche in questo caso, riconosciamo l'inconfondibile stile della Conventi che mescola al giallo classico una sapiente nota di umorismo, lasciando anche trasparire parte della propria frizzante personalità.
Ne "La morte in pentola" la storia ruota attorno una delle oramai famose gite a poche spese che numerosi produttori offrono in cambio di noiose presentazioni dei loro prodotti (che la Conventi ha saputo puntualmente vivacizzare); in questo caso, riprendendo il titolo della novella, batterie di pentole.
Immancabilmente troviamo il delitto, l'arzilla vecchietta con il fiuto dell'investigatore, bizzarri personaggi e il colpevole, il tutto egregiamente mescolato nelle giuste dosi. Una lettura spensierata e divertente che sicuramente ci tornerà in mente quando incontreremo nelle nostre buche della posta un volantino con l'offerta di una gita fuori porto in cambio di qualche presentazione.
Accettare o...
Gaia Conventi
La morte in pentola
Forme Libere 2010
collana Passi nel buio
Pag. 71 - 11€
brossura
Codice ISBN: 9788864590042
giovedì 8 aprile 2010
Intervista a Gian Mesturino
Carissimi amici, oggi "Il Giallista" intervista per voi Gian Mesturino. Oltre che ottimo architetto, il signor Mesturino è presidente e direttore artistico della “Fondazione Teatro Nuovo” di Torino, collabora con "Torino Spettacoli Teatro Stabile Privato" di pubblico interesse (che gestisce a Torino Teatro Alfieri, Teatro Erba e Teatro Gioiello) ma soprattutto è accanito sostenitore della famosa piece teatrale "Trappola per topi" di Agatha Christie.
Architetto Mesturino, quale è il suo rapporto con il giallo?
Ho fatto scorpacciate di gialli fin da ragazzo, fumetti ma sopra tutto romanzi… i mitici Gialli Mondadori. di cui conservo una considerevole collezione, insieme ai fantastici racconti di Urania: due filoni che ho coltivato anche negli anni dell’università. E poi tutta la produzione di Agatha Christie, romanzi, commedie e film tratti dalle sue opere. In parallelo non mi perdevo nessuno dei grandi film di Hitchcock in bianco e nero, e neppure i golosi episodi televisivi Alfred Hitchcock presenta. Mondi e stili differenti, ma legati da magia di intrigo e suspence; tensione emotiva e introspezione psicologica.
All’idea di allestire Trappola per topi sono arrivato nell’ambito della collaborazione con una ottima attrice e amica torinese Enza Giovine, la quale, più di trent’anni or sono, mi propose di allestire nella Sala Valentino del Teatro Nuovo questa piece, di cui avrebbe interpretato volentieri il ruolo di Miss Boyle (anche se la protagonista viene assassinata alla fine del primo tempo…). Con la regia di Adolfo Fenoglio, la scenografia di Gian Mestrino e gli attori del Teatro delle dieci, la sala di trecento posti fu gremita per lunghi periodi e in diversi anni. Ad ogni ripresa si rinnovava il successo, anche se gli attori immancabilmente cambiavano, come del resto succede a Londra… Un particolare curioso, nessun altro allestimento giallo, neppure della Christie e con la stessa compagnia ha mai scatenato l’interesse del pubblico e la resa al botteghino come Trappola
Lei è direttore di alcuni tra i più importanti teatri di Torino, cosa significa portare in scena “Trappola per topi” di Agatha Christie?
Significa soprattutto offrire al pubblico una valida e inconsueta alternativa alla routine del panorama teatrale italiano: Trappola per topi è unico e può essere proposto, in una versione di qualità, a qualsiasi genere di pubblico, estrazione ed età . E’ persino gettonatissimo dal mondo della Scuola, che la nostra compagnia è ben lieta di accogliere anche con recite apposite al mattino.
Da anni il Teatro Stabile Privato di interesse pubblico Torino Spettacoli, nell’ambito del proprio impegno programmatico e culturale, persegue anche una politica di continua conquista di pubblico nuovo al Teatro. Insieme alle produzioni comiche e musicali al Teatro Gioiello, l’unico teatro “a tenuta” italiano, Trappola per topi si è anche rivelato idoneo per l’operazione “primo approccio” allo spettacolo teatrale per il coinvolgimento del suo intrigo e per la varietà di emozioni che lo spettacolo sa dare. Insomma è un titolo che per qualche verso è entrato nell’immaginario collettivo anche di chi non frequenta ancora i teatri!
E dopo che le risate del Gioiello o il fascino di Trappola hanno conquistato gli spettatori, ecco che la missione è compiuta: i teatri avranno nuovi frequentatori!
“Trappola” fa il tutto esaurito da dodici anni, cosa determina tale successo?
Questo nuovo allestimento è nato quasi per scommessa in collaborazione con la coppia Adriana Innocenti e Piero Nuti, i quali, pur senza sognarsi di tradire i loro filoni prediletti, il dotto repertorio classico e l’avanguardia contemporanea, accettarono di lasciarsi inserire in una produzione di qualità e rigore, ma pur sempre destinata a catturare una variegata moltitudine di spettatori (e sarebbe sciocco parlare di teatro di consumo). Proprio la qualità dell’allestimento, nel quale nel tempo si sono avvicendati prima Stefano De Luca e poi lo stesso Piero Nuti, è diventata la garanzia per chi ama il capolavoro del teatro giallo. Per questo abbiamo chiesto per anni l’esclusiva dei diritti per la messa inscena, per evitare l’interferenza su piazza di allestimenti deleteri dell’immagine dello spettacolo. Una cautela che ha permesso a questa Trappola di trionfare non solo a Torino e in Piemonte, ma nel corso di dodici anni ha attraversato tutta la Penisola più volte, da Bolzano fino a Comiso. E ci siamo gemellati con il Teatro St Martin di Londra , dove il giallo della Christie si replica dal 1952 (e dove ogni anno cambiano tutti gli interpreti!).
Nel nostro caso i tre protagonisti “anziani” e carismatici, Innocenti, Nuti e Vaccaro sono intoccabili! E tengo a segnalare che il terzo attore “stabile” della Compagnia, Franco Vaccaro, può vantare una prerogativa unica: insieme al sottoscritto è l’unico elemento che ha partecipato a tutti gli allestimenti di Trappola per topi dal 1977 ad oggi: ovviamente ogni tanto passando di ruolo all’interno della commedia per immancabili motivi anagrafici. Roba da record!
Gentile direttore, quando mette in scena un giallo su cosa concentra le sue energie per catturare l’attenzione del pubblico e determinare il successo dello spettacolo?
Inizialmente impegno di energie e orientamenti promozionali dipendono dalla scelta del titolo fatta, dai contenuti, dalla popolarità dell’ autore o – all’opposto – dal fatto che sia una novità assoluta, inconsueta e per questo intrigante. E su tali basi si cerca di creare lo zoccolo duro del primo pubblico.
Ma sopra tutto è lo staff di promozione di Torino Spettacoli, validamente guidato da Irene Mesturino, colta, determinata e attenta all’incontro con il pubblico, che affronta il percorso fin dall’inizio, anche tramite sondaggi e circuitazione di messaggi a campione. E poi il passaparola anticipato sulla futura produzione, tramite un ricco censimento di aficionados al teatro giallo, raccolto grazie a Trappola e ad altre produzioni gialle, ospitate con successo in precedenza, come Cadaveri dappertutto con Giancarlo Zanetti, La parola ai giurati e Delitto perfetto con Alessandro Gassman, Dodici uomini arrabbiati con Marco Vaccari e, non ultimo, il giallo comicissimo “Forbici follia” di Gianni Williams, con tre finali a scelta del pubblico!
Quanto tempo ci vuole per mettere in scena “Trappola per topi”?
Trappola per topi richiede una concentrazione assoluta da parte degli attori. Specialmente nel secondo atto, fatto come un meccanismo a orologeria che stritola chi si distrae e può rischiare di mandare a monte la serata. Per questo la scelta degli interpreti è rigorosa; ed ogni anno, quando per i più svariati motivi si debba sostituire anche solo uno degli interpreti, si rimette tutto in prova per un bel mesetto.
Se partirà un allestimento ex–novo, ci vorranno un paio di mesi di gestazione e poi il solito mese di prove e di anteprime di collaudo. Il mistero di questa Trappola sta proprio in questo testo denso come l’acciaio e nella tensione che la compagnia riesce a creare nel pubblico.
Sarà anche per questo che molti spettatori confessano di aver assistito a questa edizione almeno cinque o sei volte nell’arco degli anni!
E già ci chiedono le date della prossima ripresa… Eccole: la 13° stagione di repliche avrà inizio il 28 dicembre 2010 per proseguire fino a febbraio 2011! E poi sorprese e forse nuovi allestimenti “in giallo”.
Sono aperte le prenotazioni per i nostri più accaniti sostenitori!
E che il cielo li benedica…
Grazie per la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato e buon lavoro!
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lunedì 5 aprile 2010
La fine dei Greene
Grazie alla polillo editore, ed alla sua speldida collana "I Bassotti", ritorna finalmente sugli scaffali delle librerie "LA FINE DEI GREENE" un romanzo del celebre maestro del giallo S. S. Van Dine. Uno dei capisaldi del mistery classico e autore delle "Venti regole per scrivere romanzi polizieschi" (saggiamente riprodotte alla fine del volume). Anche in questa eccitante avventura, torna il raffinato e intellettuale Philo Vance a mettere luce su un caso apparentemente senza soluzione e dai risvolti tragici.
"La Fine dei Greene" narra della storia della famiglia Greene e della sua graduale sterminazione per opera di una mano misteriosa. Avvelenamenti, sparatorie, falsi indizi, verità nascoste, misteri, rancori, sono questi alcuni tra la miriade di ingredienti che compongono questa sofisticata e complessa pietanza. Cosa dire del finale? Un capolavoro! Non tanto per la scoperta dell'identità del colpevole (che il lettore più allenato potrebbe già fiutare alcuni capitoli prima della fine) ma per il rigore con il quale vengono spiegati i particolari che compongono la soluzione e per il metodo logico/deduttico utilizzato dal protagonista per risolve egregiamente il caso (ogni indizio è puntualmente spiegato e corredato da nota). Un'indagine da gustare sino all'ultima battuta e colpo di scena. Da segnalare anche lo stile narrativo impeccabile dell'autore e la complessità della storia che rendono la lettura scorrevole, rimanendo letteralmente incollati alle pagine.
Un libro nel pieno stile del giallo classico che gli appassionati del genere non possono lasciarsi sfuggire, per nessun motivo!
S.S. Van Dine
La fine dei Greene (The Greene Murder Case, 1928)
Traduzione: Pietro Ferrari
Marco Polillo Editore
Collana: I bassotti
pagg. 322
euro 14,40
ISBN 978-88-8154-351-9
domenica 4 aprile 2010
Interviata a: Alessandro Perissinotto
Cari amici,
oggi è ospite del "Il Giallista" il famigerato Alessandro Perissinotto, uno dei più autorevoli giallisti italiani.
Perché, con il tuo ultimo libro “Per vendetta”, hai deciso di allontanarti dal genere giallo?
Perché, nella mia concezione, il giallo diventa simile al dramma. Quando io inserisco nella trama un omicidio, lo faccio per esplorare le profondità del dolore. “Per vendetta” tratta della tragedia dei desaparecidos in Argentina, dunque il dramma è già tutto contenuto nella storia degli eventi politici dell’America Latina, non era necessario aggiungere nulla: questo mio ultimo lavoro è quasi un “romanzo verità”
Come nascono le idee per i tuoi libri?
Dall’osservazione della realtà, da fatti anche minimi. Quando un evento mi colpisce, studio il contesto in cui esso è avvenuto e gradualmente il romanzo prende forma.
Qual è la sfumatura del genere giallo che preferisci, e perché?
Preferisco il noir, proprio perché l’elemento drammatico in esso è molto forte.
Ritroviamo qualcosa di te nei tuoi personaggi? Se sì, cosa?
Generalmente tendo ad evitare l’autobiografia; dunque i miei personaggi mi somigliano pochissimo, però, spesso impresto a loro le mie idee e i miei pensieri.
A quale dei tuoi romanzi sei più legato?
I romanzi sono come i figli, per ognuno di loro ai buono motivi d’amore. Dunque non ho un romanzo al quale sono più legato di altri.
Perché i lettori dovrebbero leggere il tuo ultimo lavoro?
Perché parla delle implicazioni (vere) del papa e della Chiesa nella vicenda argentina, parla di preti torturatori e di politici italiani complici dei torturatori. Dovrebbe essere letto perché dice cose che altri non dicono, svela verità scomode.
Grazie per la disponibilità, Alessandro, e buon lavoro!
Marco Tiano
Gli speciali del giallo mondadori n60
E' in edicola in n.60 della collana "GLI SPECIALI DEL GIALLO MONDADORI".
Si intitola "DELITTI DELL'ALDILA'" e comprende due romanzi e un racconto di alcuni tra i più grandi autori della detective story.
Clayton Rawson con "LE IMPROMTE SUL SOFFITTO"
Helen McCloy con "LA STANZA DEL SILENZIO"
e dulcis in fundo Ellery Queen con il racconto "LA LAMPADA DI DIO"
Clayton Rawson, LE IMPRONTE SUL SOFFITTO
Il grande Merlini è stato invitato a Skelton Island dove si terrà una seduta spiritica. Dai trapassati, i convenuti vogliono farsi rivelare il punto esatto in cui è affondata una nave piena di ghinee d’oro. Ma l’unica cosa che ottengono è un cadavere.
Helen McCloy, LA STANZA DEL SILENZIO
L’unica camera disponibile nella casa dello scrittore Francis Swayne è quella legata a una sinistra leggenda. Una camera in cui tre persone hanno trovato la morte, senza che sui loro corpi venisse rinvenuto alcun segno. Ora qualcuno è deciso a sfatare la maledizione.A qualsiasi prezzo…
Ellery Queen, LA LAMPADA DI DIO
“Queen ha inventato trame troppo sorprendenti. Non si tratta più di trovare, lungo il cammino, la soluzione del problema. Il gioco ha cambiato carattere. Ciò che importa, ora, è abbandonarsi alla seduzione del racconto e passare dall’altra parte dello specchio.” Thomas Narcejac
Cosa aspettare? Facciamoci deliziare da queste splendide indagini!
Buone letture.
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