Cari amici,
oggi è nostra ospite Donata Scannavini, autrice del giallo PAURA A MILANO, edito sulla piattaforma IlMioLibro, disponibile in tutti gli store e ordinabile in qualsiasi libreria.
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1) Benvenuta su Il Giallista, Donata!
Che cosa significa per lei scrivere?
Ho sempre amato scrivere, poter esprimere liberamente ciò che penso e sento in relazione a un determinato argomento o a una situazione. Sono una donna disabile e ho difficoltà di parola, quindi, per esempio, l’insegnamento che io avrei amato mi è sempre stato precluso. Non così la scrittura, grazie alla quale appunto posso meglio comunicare agli altri il mio pensiero. In questo sono stata aiutata da una mia dote naturale, senza dubbio coltivata nel tempo, che è quella di sapere scrivere abbastanza bene e con una certa facilità.
Mi sono sempre dedicata a lavori di ricerca e compilativi che quindi richiedevano analisi e commenti su dati di realtà e situazioni oggettive. Solo negli ultimi anni ho scoperto il piacere di inventare storie, quindi di dar libero sfogo alla mia fantasia, in una scrittura che non necessariamente dev’essere legata all’oggettività. Quindi scrivere vuol dire anche dare vita a dei personaggi, amarli, farli crescere, caratterizzarli nel tempo e, perché no? Crescere con loro.
2) Che generi letterari predilige?
Essendo io una scrittrice di gialli, forse ci si aspetterebbe che rispondessi che prediligo il genere horror o comunque i romanzi gialli e d’investigazione. Senza dubbio mi piacciono, devo però dire che amo la lettura in genere: i romanzi storici, i saggi, ma anche i racconti d’avventura, piuttosto che le biografie di personaggi particolarmente interessanti. Non disdegno neanche i libri di genere più leggero come i classici romanzi d’amore.
Penso che questa mia apertura verso diversi generi e direi anche curiosità, voglia di leggere più libri possibili (ho una media di 40-50 libri all’anno) derivi dal fatto che, sempre per le difficoltà legate alla disabilità, ho scoperto il piacere della lettura abbastanza tardi, verso i trent’anni, quindi è sorto in me il desiderio, direi quasi l’avidità, di leggere un po’ di tutto, senza concentrarmi su un genere in particolare.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Come ho detto sopra, amo leggere un po’ di tutto, quindi nella mia formazione ci sono i classici russi, autori come Tom Clancy, Wilburn Smith, John Grisham, ma anche autori nostrani come Donato Carrisi o Fabrizio Carcano. Amo anche autori di romanzi di un certo spessore come Follet o Falcones.
4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Se le storie che ho scritto sono totalmente inventate, quindi non posso dire di essermi ispirata a qualcuno o qualcosa in particolare, non altrettanto posso affermare per quanto riguarda la loro ambientazione. Infatti sia il mio primo romanzo “Una vacanza pericolosa” – di cui a giorni uscirà la seconda edizione – che questo, “Paura a Milano” sono ambientati in luoghi a me assolutamente familiari: la città e il quartiere dove vivo da sempre, le scuole da me frequentate, piuttosto che i luoghi dove trascorro da tempo le mie vacanze. Ovviamente poi le vicende che racconto si svolgono anche in luoghi che conosco meno o addirittura dove non sono mai stata (New York nel primo romanzo) ma diciamo che i posti da me conosciuti e frequentati sono per me un’importante fonte d’ispirazione.
Le trame invece, ripeto, sono totalmente inventate, anche se, trattandosi di fatti delittuosi, ahimè legami con la realtà se ne possono sempre trovare.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere il primo romanzo?
Se devo essere sincera, ho iniziato un po’ per gioco, provando a scrivere una storia, un giallo, appunto come dicevo sopra, ambientato nel campeggio di montagna dove da anni trascorro le mie estati. Non avevo assolutamente idea di dove questo mi avrebbe portata, ancor meno che ciò sarebbe potuto diventare un’attività “seria”, “professionale”, era un gioco! Continuando la scrittura mi sono appassionata, ho anche chiesto qualche consiglio a professionisti, anche in merito alla validità e spendibilità di ciò che stavo realizzando e ho avuto riscontri positivi. Dunque ho proseguito nella stesura del romanzo, facendo anche tesoro dei suggerimenti ricevuti e sono giunta alla pubblicazione di “Una vacanza pericolosa” che ha come protagonista il commissario Ernesto Brambilla.
6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se si, può darci qualche anticipazione?
Poteva un commissario essere protagonista di una sola avventura? Evidentemente no, ed è per questo che, dopo “Una vacanza pericolosa”, ho scritto “Paura a Milano”, dove cambia completamente la location ma il protagonista è sempre il commissario Brambilla. Dunque mi piacerebbe proseguire e far vivere al mio commissario altre avventure. Non ho però al momento idee in proposito, anche perchè in questo momento vorrei dedicarmi alla promozione dei due libri. Non è detto che però nei prossimi mesi al commissario Brambilla, desideroso di pace e tranquillità, non capiti qualche altra brutta avventura…
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L'AUTRICE:
Donata Scannavini, nata a Milano nel 1967, nonostante la disabilità motoria, è riuscita a diventare moglie e madre ed è al suo secondo romanzo giallo avente come protagonista il commissario Ernesto Brambilla. Laureata in pedagogia collabora da sempre con diverse realtà del no profit. Attualmente è presidente di Amalo – Auto Mutuo Aiuto Lombardia.
L'AUTRICE:
Donata Scannavini, nata a Milano nel 1967, nonostante la disabilità motoria, è riuscita a diventare moglie e madre ed è al suo secondo romanzo giallo avente come protagonista il commissario Ernesto Brambilla. Laureata in pedagogia collabora da sempre con diverse realtà del no profit. Attualmente è presidente di Amalo – Auto Mutuo Aiuto Lombardia.
Amante della lettura, dopo diversi lavori compilativi e di ricerca, ha voluto sperimentarsi nella scrittura di romanzi gialli. È nato così il commissario Ernesto Brambrilla, montanaro doc., un po’ burbero ma profondamente onesto e leale, che dopo aver lavorato per anni nella sua amata Clusone, ora si trova nella caotica Milano, a dirigere il Commissariato Fatebenefratelli. L’uomo è immerso in una realtà totalmente nuova e per lui ostica: è la Milano dei nostri giorni, fredda, violenta e frenetica. Ernesto vorrebbe scappare ma non può, è un uomo di legge, un servitore dello Stato e deve fare il suo dovere, costi quel che costi.
Le vicende, sulle quali il commissario è chiamato a indagare, si svolgono in luoghi ben conosciuti dall’autrice, alcuni, come il Liceo Classico Omero, molto significativi per suo percorso di vita, che Donata ha voluto rievocare, anche se inserendoli in una storia totalmente inventata, quasi in una sorta di omaggio.
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