Cari amici
oggi, è nostro ospite Nicola Gervasini, autore del poliziesco/noir MUSICAL 80, edito da WLM Edizioni.
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Cosa significa per lei scrivere?
Significa dare forma ai propri pensieri e consegnare così se stessi e la propria personalità agli altri. E’ un modo per gettare la maschera che la quotidianità ci impone e per rivolgerci ai nostri simili, che solitamente non incontriamo nella vita di tutti i giorni. Lo scrittore parla sempre ad un pubblico che non vede, ma che sa che esiste da qualche parte. Penso che scrivere sia una forma di amore per gli altri, utile per chi magari a parole non riesce a dire tutto quello che vorrebbe.
2) Che generi letterari predilige?
Il romanzo di formazione o quello più intimista, meglio se scritto come flusso di coscienza di un personaggio, libri come Lamento di Portnoy di Philip Roth, Lo Stato delle Cose di Richard Ford o Viaggio al termine della Notte di Celine per intenderci. E poi la letteratura noir, ma solo laddove non è fine a sé stessa. Per Musical 80 infatti mi sono ispirato a Manuel Vazquez Montalban e il suo Pepe Carvalho ad esempio, un autore che usa il noir e non vi rimane imbrigliato, lo usa per altri fini. La ragione dei suoi libri non è mai svelare un mistero, ma comprenderlo.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Oltre a quelli citati, grazie a mio padre sono nato con Hemingway, Steinbeck e Graham Greene, ma l’amore per la letteratura lo devo forse a Herman Hesse, come molti adolescenti della mia generazione. La passione per i gialli la devo tutta a Simenon e al suo Maigret invece, casa mia ne era piena quando ero ragazzino.
4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Dalla mia vita, ma per me è semplice, in fondo durante la giornata nella mia mente anche i fatti più insignificanti e quotidiani li traduco sempre in letteratura con l’immaginazione, spesso filtrandoli attraverso l’ironia, oppure inventando una storia da uno spunto anche banale. Generalmente poi quando inizio a scrivere, non ho mai in mente tutta la storia nei minimi particolari, mi piace che i personaggi e i fatti che li coinvolgono crescano e avvengano durante la scrittura.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
Qui devo ringraziare due amici con cui collaboro per una webzine di musica americana, che durante una cena nel 2008 dovevano aver bevuto troppo, tanto da propormi di scrivere un saggio sulla musica folk nel periodo del Vietnam. Io non solo accettai, ma ci scrissi non un saggio, ma un vero e proprio romanzo che è diventato Rolling Vietnam. Musical 80 era nato dopo per essere lo stesso tipo di libro che romanzava un’era storica e musicale, ma è diventato un noir strada facendo, forse perché volevo parlare ad un pubblico diverso stavolta.
6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?
Ho in cantiere un sequel di Musical 80 con sempre il Commissario Manfredi, che stavolta sarà costretto a tornare nella sua città natale (Varese), e sto chiudendo un vecchio progetto sempre di taglio noir, un libro che parla di intrighi nel mondo dei medici e della difficoltà di essere donna in quel mondo.
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L'AUTORE:
Nicola Gervasini (Varese, 1972) ha scritto regolarmente di musica dal 1992 per varie testate e siti web di settore (Mucchio Selvaggio, Il Buscadero, Rootshighway, FilmTV). Nel 2009 il suo racconto La Pistola ha ottenuto la Menzione Speciale della Critica al Concorso Quaderni Rock del MEI. Nel 2010 ha pubblicato Rolling Vietnam – Radio-grafia di una guerra (Pacini Editore), romanzo storico vissuto tramite le canzoni che hanno raccontato la guerra del Vietnam. Con Musical 80 (WLM 2017) fa il suo ingresso nel mondo del noir.
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