Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



giovedì 4 ottobre 2018

Intervista a: Alvio Amadio, autore di EMILIA - ROMAGNA, ARGENTINA - Andata e ritorno - Kimerik


Buongiorno, amici!
Oggi, è nostro ospite Alvio Amadio, autore dell'antologia di racconti EMILIA - ROMAGNA, ARGENTINA - Andata e ritorno - edito da Kimerik.

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1)Benvenuto su Il Giallista", Alvio.
Cosa significa per lei scrivere?
Come scrivo nelle note biografiche del mio libro, quando emigrai in Argentina ero un giovane geometra che, quasi in opposizione alla propria professione, era assurdamente sicuro di diventare un futuro scrittore. Quindi scrivere è  sempre stato per me una passione e un sogno che si realizzò in questa raccolta di racconti, pubblicati ormai verso la tappa finale della mia vita...ho giá compiuto settantun’anni.  In Argentina studiai all’Università Tecnologica Nazionale di Tucumán e come ingegnere lavorai nella professione progettando e dirigendo costruzioni civili durante anni. Il lavoro e la famiglia hanno assorbito il tempo della mia vita, ma l’interesse per la lettura e la scrittura è sempre rimasto vivo, sviluppando in me quella formazione umanistica necessaria, spesso carente nell’area tecnica. 

2) Che generi letterari predilige?
La narrativa è e sará sempre il mio genere letterario prediletto.
I personaggi immaginati sono vivi nella mia mente e trovano la loro dimensione e manifestano la loro personalitá forzandomi a descriverli como loro vogliono essere. Questa esperienza creativa é straordinariamente gratificante e credo di potermi esprimere con la massima libertá, proprio attraverso la narrativa. 

3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Fin da bambino leggevo molto. Il regalo piú bello per me era un libro. Durante i lunghi anni della mia vita ho vissuto molte vite cogliendo nella fantasia di tanti autori i loro pensieri, le loro esperienze, le loro storie immaginate o reali. Cosí, leggendo “La montagna magica” di Thomas Mann, ho sentito la strana dimensione del tempo nel Sanatorio Berghof, ho capito l’importanza della filosofia e l’immanenza della morte. Con “Il Vecchio e il Mare” ho sofferto la solitaria e titanica
lotta di Santiago e la nobile morte del gigantesco pesce. Mi sono emozionato insieme a Giuseppe Pontiggia in “Nati due volte”. Forse, a rischio di sembrare irriverente con la trascrizione del titolo di un capolavoro, mi azzarderei a dire che “Uno, nessuno e centomila” sono gli autori che hanno contribuito alla mia formazione. 

4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Tante vicende intensamente vissute e una certa di pace interiore acquisita nella maturità, mi aiutano a trovare le storie da raccontare. A volte un personaggio o una trama si accendono nella mia immaginazione e vogliono realizzarsi.
Quando le esigenze della vita mi danno lo spazio per rinchiudermi nel silenzio del mio studio, spesso le immagini e le emozioni di questi fantasmi mi spingono a scrivere. Sono ore che passo fuori del tempo, perchè il mio tempo sparisce per inventare il loro mondo. 


5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
Dopo la crisi del 2001 che distrusse l’economia dell’Argentina, mi trovai senza lavoro per la prima volta nella mia vita. Ero un ingegnere di cinquantacinque anni con un enorme curriculum di costruzioni civili progettate ed eseguite in Argentina; ma l’economia si era paralizzata e tutto si era fermato. Ero convinto che in qualche parte del mondo ci doveva essere lavoro per una persona onesta. Infatti, come una benedizione venne un contratto di lavoro presso una impresa edile nella città di Modena.  Nell’anno 2002 sono tornato dopo trentasei anni di assenza dall’Italia.
Rimpatriato e solo, cominciai a scrivere questo libro, quando, finita la giornata di lavoro, mi rinchiudevo nel mio appartamento in Via Soli a Modena. Il libro fu l’amico che mi accompagnò nella solitudine delle mie serate ed aiutò a sopportare l’assenza dei miei cari. Al principio storie adolescenti accadute a Ravenna (la mia città natale) e poi racconti di emigranti, personaggi immaginari che esprimono i sentimenti travagliati delle mie esperienze.  

6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se si, puó darci qualche anticipazione? 
Nei racconti “Emilia-Romagna, Argentina. Andata e ritorno” i personaggi sono emigranti italiani che soffrono un destino itinerante, pendolare attraverso l’oceano fra due continenti. Questa generazione di italiani insieme ad altre correnti migratorie cambiarono l’Argentina formando una nuova società. Nel mio nuovo romanzo narro le vicende di un personaggio appartenente alla comunità italiana residente nella città di Tucumán. L’emigrazione ha segnato il destino degli italiani fino alla seconda metà del novecento. È una parte della nostra storia che non dobbiamo dimenticare. 
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IL LIBRO:

Questo libro raccoglie diversi racconti, più o meno lunghi, in cui i protagonisti sono degli emigranti che raccontano il loro percorso, sia prima che dopo il viaggio. 
Narra, con una descrizione esemplare, i sentimenti travagliati degli espatriati.
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L'AUTORE:
Alvio Amadio è un ingegnere con la passione della lettura e della scrittura. Emigrante in Argentina, è stato membro del Consiglio Direttivo della Società Dante Alighieri di Tucumàn, dove risiede.

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