Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano
giovedì 5 gennaio 2023
News: PROMESSA MORTALE di Angela Marsons - Newton Compton
Cari amici,
grandi notizie per i fan di Angela Marsons. Oggi, infatti, esce il suo nuovo thriller, PROMESSA MORTALE, edito da Newton Compton. Un nuovo caso per la mitica detective Kim Stone!
Per l'occasione, oggi ha inizio un review party, e noi vi presentiamo il romanzo in anteprima, postandovi il promo capitolo.
Per la detective Kim Stone non è raro trovarsi di fronte a brutali casi di omicidio, ma stavolta c'è qualcosa di diverso. La vittima infatti è il dottor Gordon Cordell, un uomo dal passato oscuro coinvolto in una precedente indagine, e Kim continua a domandarsi chi potesse desiderarne la morte. Uno strano senso di inquietudine la accompagna mentre muove i primi passi a ritroso nella vita della vittima. Quando il figlio di Cordell finisce in coma in seguito a un drammatico incidente e, pochi giorni dopo, viene rinvenuto il corpo di una donna morta in circostanze sospette, Kim non può fare a meno di ipotizzare un collegamento tra le vittime. Tutti gli indizi sembrano puntare verso il Russells Hall, l'ospedale dove Gordon Cordell lavorava, su cui aleggia un'oscura e impenetrabile rete di segreti e omertà. Se i sospetti della detective Stone dovessero rivelarsi fondati, ad attenderla potrebbe esserci il più spietato serial killer che abbia mai incontrato.
Prologo:
Il sole di fine aprile si riflette sul nero bluastro del carro funebre,
troppo grande per la bara che contiene, nonostante la profusione di
fiori dai colori beffardamente sgargianti di cui è circondata.
Una bara tristemente piccola. Di un bianco immacolato, con maniglie
di ottone, portata sulle spalle da quattro amici di famiglia, anche
se in realtà un paio di braccia robuste sarebbe sufficiente.
Lacrime rigano le guance dei quattro uomini robusti che ogni
venerdì notte fanno a gara a chi regge meglio l’alcol. Quattro uomini
che ruttano, scorreggiano e si complimentano l’uno con
l’altro.
Ma adesso stanno piangendo e non fanno alcuno sforzo per nasconderlo.
È accettabile. Non saranno giudicati per questo.
Nella chiesa regna un silenzio mortale mentre i quattro attraversano
con aria mesta la navata. A dispetto delle lacrime, del dolore e della
tristezza, nei loro volti c’è una profonda concentrazione. La bara è
piccola e leggera e contrasta con la forza di quegli uomini che si sono
incontrati su un campo da rugby. Ma nessuno di loro vorrebbe inciampare
nel bordo sollevato di un tappeto o nel manico di una borsa che
sporge da una panca lungo la navata.
Chi mai vorrebbe far cadere quella bara? Chi mai vorrebbe essere
ricordato per questo? Chi vorrebbe essere il soggetto di quell’aneddoto
il venerdì sera al pub?
Ma come ben sappiamo, più ci si concentra su qualcosa, più si
focalizza l’attenzione su un compito, più è facile che ci sfugga di
mano.
Tutti gli sguardi seguono il passaggio della piccola cassa bianca. C’è
qualcosa di esecrabile in una bara di dimensioni così ridotte. Ma ciò
che aborriamo può anche affascinarci, penso, guardando gli astanti
allungare il collo dai lati più remoti della chiesa. La gente vuole assi-
stere a quella scena incongrua. Il viaggio macabro e breve della vita e
della morte.
Un singhiozzo soffocato risuona alle mie spalle, ma la maggior parte
dei presenti è ammutolita dall’orrore.
Gli sguardi dolenti scorrono dalla bara a me.
Non reagisco alle loro occhiate, alle espressioni compassionevoli
stampate su quei visi per testimoniarmi la loro profonda afflizione.
Non voglio condividere il loro dolore e non voglio neppure renderli
partecipi del mio.
Il mio dolore è diventato utile. È un’entità vivente, che respira e che
ha cambiato forma, dimensione e colore. Non mi grava più addosso
come un peso, mi nutre. È come l’aria che respiro. Entra nel mio corpo
come l’ossigeno, una cosa pura, buona. Ma poi si trasforma per esalare
qualcosa di diverso, velenoso.
Alla fine la folla segue tristemente la bara lungo il breve tragitto fino
all’angolo del cimitero dove sono ammucchiati peluche, bandierine,
angeli e cherubini.
Alle mie spalle, la gente parla con voce sommessa. Stanno cercando
sostegno l’uno nell’altro e avanzano a passi lenti e rispettosi tenendosi
a braccetto.
Il sacerdote appare accanto alla tomba, un buco scavato nella terra
e più adatto a un albero che a una vita. A una pianta, a un cespuglio,
ma non a una vita.
Legge un brano dalla Bibbia mentre la bara viene calata nella fossa.
I singhiozzi dietro di me aumentano di volume, grida di dolore che
non possono più essere trattenute e che si disperdono tra gli alberi.
E poi è tutto finito.
La bara è nella terra.
Mani rassicuranti e confortanti si posano sulle mie spalle. Alcune
solo per un istante, altre più a lungo.
Tutti vogliono offrire qualcosa, un segnale, una testimonianza del
loro dolore. Vogliono farmelo sapere. Vogliono che lo condivida con
loro. Lo offrono come una dimostrazione della loro umanità.
A me, però, non frega niente.
Non è da loro che posso trarre conforto.
E nemmeno dall’idea della pace eterna.
Non sono i luoghi comuni e le frasi fatte, i bigliettini, i fiori o le
telefonate a darmi sollievo. E neppure il breve tempo che abbiamo
trascorso insieme. Il mio conforto viene dalla rabbia, la collera calda e bianca che ribolle
in ogni poro del mio corpo, in ogni atomo del mio essere.
Scaturisce dal mio piano.
E dalla mia consapevolezza.
La consapevolezza che tutti i responsabili moriranno.
Ha esordito nel thriller con Urla nel silenzio, bestseller internazionale ai primi posti delle classifiche anche in Italia. La serie di libri che vede protagonista la detective Kim Stone ha già venduto 5 milioni di copie, e comprende Il gioco del male, La ragazza scomparsa, Una morte perfetta, Linea di sangue, Le verità sepolte (Premio Bancarella 2020), Quelli che uccidono, Vittime innocenti e il prequel Il primo cadavere. Angela vive nella Black Country, in Inghilterra, la stessa regione in cui sono ambientati i suoi thriller.
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