lunedì 7 agosto 2017
Intervista: Beniamino Giulianelli, autore di BLUE TIE
Cari amici,
oggi, abbiamo il piacere di avere ospite del nostro blog Beniamino Giulianelli, autore del thriller BLUE TIE.
1) Benvenuto a "Il Giallista, Beniamimo!
Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere per me è un'esigenza, il miglior modo di esprimere me stesso, se non l'unico. Ma è anche un modo per dare voce a tutti quegli uomini che si battono contro la misandria, un male sottile che sta prendendo sempre più piede nella società odierna. I miei protagonisti sono principalmente uomini, sicuramente per una questione pratica: mi è molto più facile creare personaggi del mio stesso sesso; quello che mi preme è trasmettere sopratutto ai giovani degli ideali e dar loro dei modelli affinché possano formarsi come veri uomini, buoni padri e, più in generale, persone oneste. Oltre a questo, però, mi piace dare vita a delle storie che abbiano un significato profondo, un senso compiuto, che siano in grado di lasciare qualcosa al lettore: solitamente sviluppo delle piccole idee e le lascio in un cassetto in modo che, quando avranno voglia, si trasformeranno in libri. Infine, scrivere è ciò di cui vivo – o meglio, vorrei vivere -, anche se è un mondo estremamente difficile, fatto di squali e porte in faccia... ma io sono uno che ama perseverare, quindi mi sa proprio che continuerò a provarci ancora (ride, ndr)!
2) Che generi letterari predilige?
Io ho cominciato a leggere all'età di tre anni e mezzo, quindi devo ammettere che di libri ne ho letti un bel po' fino ad oggi (ride, ndr): crescendo, ho avuto modo di amare i Classici della Letteratura anglosassone, per arrivare poi a scoprire i Contemporanei. Sono un patito del romanzo di formazione, ma amo anche l'avventura, lo “slice of life”, il giallo, il fantasy; leggo con piacere anche il romanzo storico o d'inchiesta. Diciamo che mi piace talmente tanto leggere, che non ho un genere prediletto: ovviamente non dico che leggo di tutto, perché non sarei sincero, ma per me l'importante è che un libro sia ben scritto e mi sappia tenere incollato alle sue pagine. Per quanto riguarda la scrittura, invece, vorrei affrontare più generi possibile nel corso della mia carriera: non a caso, io ho cominciato con il cosiddetto “family drama”, per arrivare poi alla “teen novel” e oggi, con Blue Tie, al thriller. Considerando poi che la mia prima prova di scrittore è stata, a suo tempo, il saggio breve, non mi dispiacerebbe darmi, in futuro, anche alla saggistica.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Che dire, questa è una splendida domanda e sono contento che tu me l'abbia fatta! Fare meno di una dozzina di nomi è impossibile, ma cercherò di elencare i più importanti: tra i Classici, sicuramente il mio mito, Charles Dickens, ma anche Mark Twain, Herman Melville, Jane Austen, Henry James, Dumas padre, Oscar Wilde, fino ad arrivare ai Contemporanei come Peter Cameron, Joël Dicker, Harper Lee, Michael Cunningham, John Green e molti altri. Riempirei pagine intere con i loro nomi e faccio meglio a non ricontrollare chi ho citato perché mi sentirei in colpa verso coloro che ho dovuto lasciare fuori! Ad ogni modo, ciò che amo di questi autori è la loro straordinaria capacità di creare storie immortali e irripetibili.
4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri?
Sono sincero, non attingo moltissimo dalla mia vita: sia chiaro, molti dei miei personaggi hanno alcuni aspetti in comune con me, ma mi piace trarre ispirazione innanzitutto dalla musica. Scrivo sempre ascoltando musica, per me è fondamentale, tant'è che ogni mio romanzo si ritrova sempre ad avere una vera e propria colonna sonora. Amo anche il cinema e le serie TV statunitensi, e mi piace molto prendere spunto da quello che vedo; in ultimo, e non certo per importanza, c'è la lettura: io sono uno alla vecchia maniera, perché sono convinto che se non leggi non puoi scrivere. A volte invece capita che mi venga prima in mente il personaggio, e questo accade magari vedendo una fotografia, un attore, o leggendo un articolo di giornale. Inoltre, sono un appassionato di supereroi: mi piace considerare Blue Tie un “thriller per nerd”, poiché i personaggi Jeremy e Derek ricordano un po' Batman e Robin!
5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
Parliamo del 2009, avevo ventun anni: ho voluto correre il rischio e ho scritto Il Circolo, la storia di un padre single e dei suoi tre figli maschi adulti. Nonostante l'esperienza editoriale sia andata male, resto molto legato alla mia prima opera, che ha posto le basi della mia letteratura, quindi la centralità della figura maschile e il rapporto padre-figlio. All'epoca ero ancora un ragazzino, e il tono era un po' più idilliaco, mai superficiale – ci tengo a dirlo – ma comunque vagamente naif; oggi che sono un uomo di quasi trent'anni, la mia scrittura si è fatta un po' più ruvida e profonda, e in Blue Tie, thriller di stampo americano con atmosfere cupe ed intriganti, il concetto di famiglia è molto meno confortevole rispetto al passato. Sicuramente è un libro dettato da un particolare avvenimento della mia vita, qualcosa che ha scatenato in me un forte carico di odio e di rancore, e l'affrontare il thriller per la prima volta mi ha notevolmente “alleggerito”.
6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione?
Attualmente sono impegnato in un nuovo progetto, un po' diverso da Blue Tie, poiché si tratta di uno “slice of life” dai toni più romantici: avevo voglia di riprendere fiato dopo la stesura del mio ultimo romanzo, che è durata quindici mesi, quindi ho deciso di esplorare nuovamente un altro genere. Al centro della vicenda ci sarà un padre quasi quarantenne alle prese col figlio adolescente, e con un sentimento segreto nei confronti della sua migliore amica, la quale ha un figlio a sua volta: sicuramente sarà una storia incentrata sulla semplicità e sul quotidiano, ma non mancheranno l'umorismo e la profondità già percepibili ne Il Circolo. Comunque, in cantiere ho moltissimi altri progetti, tra cui altri due thriller che andranno a formare, con Blue Tie, una ideale “trilogia della vendetta”, una saga fantasy, un paio di saggi e alcuni “retelling” (reinterpretazioni di storie già note, ndr), dato che, negli ultimi tempi, questa tecnica mi sta stuzzicando parecchio.
L'AUTORE:
Beniamino Giulianelli è nato a Roma nel 1988. Alla base della sua letteratura c'è la figura maschile, infatti i suoi protagonisti sono generalmente uomini. Questo perché, essendo un uomo, gli è facile creare personalità e personaggi del suo stesso sesso: ama affrontare il rapporto padre-figlio, perché credo che sia uno dei pilastri della nostra società e, più in generale, della vita; ma esplora anche le dinamiche del rapporto di coppia, l'amicizia, la famiglia. Nel 2009, la sua prima opera, il cosiddetto “family drama” Il Circolo - un libro incentrato su un padre single ed i suoi tre figli maschi adulti -, viene pubblicato da Albatros. Nel 2013, lavora a una “teen novel”: nasce quindi Devon's Diary, storia di un giovane musicista di San Francisco, che narra gioie e dolori del proprio mestiere, e che, con ironia, affronta l'universo delle relazioni sentimentali e sessuali. Nell'agosto 2014, Devon's Diary viene pubblicato dalla siciliana Epsil Edizioni. Nel febbraio del 2015 comincia a scrivere Blue Tie, un thriller di stampo americano, ambientato negli Stati Uniti, e che affronta temi universali come la vendetta: nell'agosto del 2016 arriva la firma del contratto con l'attuale editore, 13Lab Edition. Il 5 maggio 2017, avviene la firma del contratto per la pubblicazione del romanzo in lingua inglese – sempre con 13Lab Edition – che avverrà nel mese di settembre 2017 e vedrà debuttare Blue Tie nel Regno Unito e sul territorio internazionale.
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