martedì 15 marzo 2016
Intervista: Grazia Bomba, autrice di BORDER - Enzo Delfino Editore
Buongiorno, amici!
Oggi è nostra ospite Grazia Bomba, autrice del giallo BORDER (Confine), edito da Enzo delfino Editore.
Buona lettura!
1) Cosa significa per lei scrivere?
Raccontare delle storie. Mi piacerebbe farlo verbalmente ma mi manca la capacità di improvvisare, quella che aveva mio nonno. Si era inventato per noi nipoti un personaggio affascinante, dalle mirabolanti avventure, di nome “Calcestruzzo”. Ci ha trasmesso la passione per il racconto, la fantasia, di conseguenza per la lettura. La mia voglia di raccontare è nata lì. Meno immediata, mediata da un pc o da un foglio, nella lentezza, ma in fondo per me scrivere è solo voglia di raccontare e condividere avventure.
2) Che generi letterari predilige?
Leggo di tutto, basta sia un buon libro. Cambia solo la durata di permanenza sul comodino. Un thriller non riesce ad accumulare polvere, “L'arcobaleno della gravità” di Pynchon, alternato con altre letture, ha mantenuto la postazione per qualche mese.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
John Fante, Virginia Woolf, Italo Svevo, Harper Lee, Franz Kafka, Marguerite Yourcenar, Fedor Dostoyevsky, Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Emily Bronte, e molti altri.
4) Da dove trae ispirazione per le sue trame?
Dalla mia vita e dai racconti di amici e conoscenti. Ho una certa facilità a relazionarmi con gli sconosciuti, la spudoratezza di raccontarmi e spesso in cambio ricevo belle storie. Poi la fantasia assembla e completa.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo?
La solitudine e il primo inverno passato in Transilvania, dove in questa stagione abbondano calma e gelo. Niente turisti, poco da fare e nessuna voglia di uscire di casa. Leggevo, meditavo e come ho fatto tutta la vita sporcavo fogli con i miei pensieri, ma qui c'era tempo, quiete, è nato un racconto e poi un romanzo. Mi è piaciuto e ho continuato.
6) Può darci qualche anticipazione sul suo prossimo romanzo?
Ancora un giallo, meno al femminile e ambientato nella Transilvania delle cittadelle sassoni, un angolo di medioevo assediato dalla modernità. La regione che chiamano l'Amazzonia d'Europa, con tutta la tristezza della sua povertà e la natura incontaminata a fare da contrappeso alla decadenza. I personaggi del romanzo si muovono in questo spazio cristallizzato, in questa epoca all'apparenza svanita, salvo rinascere nell'intrecciarsi di storie familiari, nei morti ammazzati vecchi e nuovi per poi riacquistare, nei racconti attorno al fuoco, la sua originaria dimensione. Ma non è ancora finito, quindi non so nemmeno io dove mi porteranno i protagonisti della storia.
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