Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



mercoledì 15 gennaio 2020

Intervista a: Emanuele Gagliardi, autore di DELITTI VIETATI AI MINORI - Edizioni Tripla E


Amici,
oggi è nostro ospite Emanuele Gagliardi, autore di DELITTI VIETATI AI MINORI. Sesso, Possesso e Crimine edito da Edizioni Tripla E. Un'antologia di racconti polizieschi, pulp e hardboiled, ambientati nella Roma degli anni Settanta-Ottanta.

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1) Benvenuto su "Il Giallista", Emanuele!
Cosa significa per lei scrivere? 

 Si potrebbe rispondere a questa domanda infiocchettando belle frasi, scomodando pensieri edificanti, messaggi… Ma preferisco essere sincero: la scrittura per me è un’uscita di sicurezza. Un universo parallelo dove fluttuare completamente libero, un po’ come in quei sogni in cui si prende la rincorsa e, balzo dopo balzo, ci si accorge di riuscire a volare! Sempre più su… volteggiando, planando… e allo stupore si aggiungono un ineffabile senso di benessere e di libertà. La vita di tutti i giorni, fatalmente, ci irreggimenta: per la maggior parte della gente persino il tempo libero e il divertimento sono scanditi da convenzioni, convenienze, mode. Dinanzi alla macchina da scrivere, invece, – sì, ho detto proprio macchina da scrivere (o per scrivere, se preferite) perché per le prima stesura uso una Olivetti del 1941! – esiste solo la mia storia che si materializza con i miei colori, i miei sapori, i miei odori, i miei suoni… 

2) Che generi letterari predilige? 
 Di sicuro il romanzo giallo-noir, che è poi il genere dei miei libri. Ma amo pure la letteratura italiana del Novecento – Pasolini, Berto, Cassola, Ungaretti, Tobino, Palazzeschi … - e quella giapponese, con autori del calibro di Kawabata, Tanizaki, Mishima. Parallelamente leggo anche saggistica e in questo filone scelgo filosofie e religioni orientali, archeologia, storia contemporanea dell’Estremo Oriente, esoterismo. 

3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria? 
Per la letteratura in generale, tra gli italiani, direi senza dubbio Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Berto. Pasolini per la sua narrativa antiretorica, addirittura rivoluzionaria, in cui poesia e dialetto,
realismo e idealismo coesistono felicemente e, a mio avviso, assolvono le sue pagine da qualsiasi accusa di volgarità. Berto per il suo intimismo esasperato, a tratti disperato, mai privo di una sottilissima e intelligentissima ironia. Kawabata e Mishima, passando agli stranieri, per la loro letteratura acquerellata ma parimenti condita di erotismo e di introspezione. Per quanto riguarda, invece, il genere giallo-noir: Georges Simenon e Giorgio Scerbanenco, antesignani e maestri di un giallo realistico nelle cui vicende vittime, assassini e investigatori sono persone comuni, non più ovattati dall’aura elitario-aristocratica che permea le storie di Agatha Christie. 

4) Da dove trae ispirazione per le trame dei suoi libri? 
In un’intervista del 1989 al New York Times Book Review, Charles Bukowski ha detto che la parte dura del mestiere di scrittore è sedersi davanti alla macchina da scrivere. “Una volta che lo fai, – proseguiva l’autore di Storie di ordinaria follia – il film comincia, comincia lo spettacolo. Quando mi siedo lì, non ho nessun piano…” Caratterialmente rifuggo dagli schemi. Gli incasellatori, i maniaci del controllo, i pianificatori compulsivi mi inquietano e mi sono pure abbastanza antipatici. Al tavolo di lavoro porto soltanto i ricordi, le esperienze: volti, musiche, panorami, discorsi, viaggi, letture, profumi… Elementi che, a un certo momento, vanno a popolare quasi autonomamente la pagina bianca in una successione armonica che non smette di meravigliarmi. 

5) Cosa l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo? 
Ho sempre amato scrivere. A otto anni aspettavo che mio padre lasciasse incustodita la sua Olivetti 22 e, con i soli due indici, scrivevo raccontini il cui protagonista era un ragazzino cinese poco più grande di me: Le avventure di Liù. Già da allora la fantasia decollava dalla pista delle esperienze quotidiane, perlopiù vissute in ambito familiare. Poi è arrivata l’età dei diari, delle poesie... Una decina di anni fa un concorso letterario riservato ai dipendenti della Rai, l’azienda dove lavoro dal ’99, mi ha spinto a presentare un romanzo che stava nel cassetto: La maschera. È andata bene, e Rai Eri lo ha pubblicato. Da allora… sono arrivato a dieci libri! 

6) Sta lavorando a un nuovo libro? Se sì, può darci qualche anticipazione? 
Dopo un fantasy (Oceano di pietra) e due raccolte di racconti noir (Roma da morire e Delitti vietati ai minori) torno al romanzo. Il titolo, di solito, lo decido a stesura conclusa, sempre per la quella mia “schemofobia” ... Sarà un thriller ambientato nella Roma degli anni Settanta, come quasi tutti i miei romanzi. Una storia di stalking, con una persecutrice donna e un perseguitato uomo, innestata sulle vicende di terrorismo (di matrice brigatista e neofascista) che all’epoca hanno insanguinato la Capitale e l’Italia intera.
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L'AUTORE:
Emanuele Gagliardi (Roma, 1969). È sposato e ha una figlia. Giornalista pubblicista, lavora in RAI dal 1999. Esperto di politica internazionale e storia contemporanea dell’Estremo Oriente, è direttore responsabile dell’agenzia online Cultura&Identità e collabora con saggi e articoli su riviste specializzate come Studi CattoliciNova HistoricaRadici CristianeCorrispondenza Romana.
Esordisce nel genere noir con La maschera (Rai Eri) che si classifica 3° al Premio Carver 2012. Nel 2013 pubblica La neve (Europa Edizioni) che riceve diversi premi e riconoscimenti al pari dei successivi romanzi: Scommessa assassina (Giovane Holden Edizioni, 2014), La pavoncella (EEEbook, 2014), Un’ombra (Giovane Holden Edizioni, 2015), Scacco dell’imbecille (Giovane Holden Edizioni, 2015), Nero pesto (EEEbook, 2016). Nel 2017 pubblica la raccolta di racconti thriller Roma da morire (EEEbook), nel 2018 il romanzo fantasy Oceano di pietra (EEEBook)  e nel 2019 l'antologia di racconti noir-hardboiled Delitti vietati ai minori (Edizioni Tripla E).
Socio Onorario dell’Associazione Culturale Accademia degli Artisti di Napoli, ha l’hobby della fotografia, rigorosamente con apparecchi a pellicola. Scrive le prime stesure dei suoi libri con una Olivetti M40 del 1941.
Altre notizie, trailer, curiosità sull’autore e sulla sua produzione, link per l’acquisto si trovano sul sito: http://emanuelegagliardi.altervista.org

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