Il Giallista

Interviste, recensioni e news dal mondo del giallo... e non solo. A cura di Marco Tiano



lunedì 31 maggio 2010

"Il ritorno del diavolo" di Giovanni Merenda


"Il ritorno del diavolo" è il terzo romanzo di Giovanni Merenda, edito da "Scrittura e Scritture", autore de "Il Segnale" e "L'esilio" pubblicati entrambi da Sellerio editore.
Con quest'opera siamo di fronte ad un piacevole giallo (di 128 pagine) che si legge rapidamente per passare alcune ore in buona compagnia. La scrittura è veloce, senza fronzoli e asciutta. I personaggi sono ben definiti e i dialoghi scorrevoli.
La storia è ambientata in Sicilia e comincia con l'omicidio dell'assistente del professor Fattori, sul cui corpo vengono rinvenuti alcuni messaggi scritti con i ritagli di giornale. Fattori è un professore della facoltà di Scienze Etnologiche ed è diventato famoso grazie al suo libro dal titolo "Il ritorno del diavolo". Un volume che si occupa di smascherare maghi, sette sataniche, stregoneria e, come potevasi immaginare, il professore e la sua assistente si fanno molti nemici; soprattutto perchè è in uscita il seguito del libro che riporterà i nomi di molti presunti lestofanti.
Il protagonista è l'ispettore Luigi Martino, un uomo comune, semplice ma caparbio. Un ispettore che, nonostante ami il suo lavoro, a volte non stenta a usare qualche metodo poco convenzionale per arrivare alla soluzione del caso. Ad accompagnarlo nelle indagini ci sono Orlando e Di Blasi, quest'ultimo amante delle citazioni di Shakespeare.
"Il ritorno del diavolo" è un piccolo romanzo e non solo...

Complimenti all'autore e alla prossima indagine!
Marco Tiano

Giovanni Merenda
Il ritorno del diavolo

Editore: Scrittura e scritture
Collana: Catrame
Prezzo: € 11,50
Pagine: 132
Isbn: 978-88-89682-23-4
Anno: 2010

sabato 29 maggio 2010

Intervista a Marco Tiano a cura di Elena Pirelli


Intervista a cura di Elena Pirelli

Ciao Marco, e grazie per aver accettato la mia intervista. Cominciamo subito con le domande. Quando hai iniziato a scrivere e perché? Hai frequentato corsi di scrittura?

Ho iniziato a scrivere per caso. Non ho mai pensato di scrivere romanzi e, sinceramente, non credevo di averne la pazienza. No, non ho frequentato corsi di scrittura perché, come ho scritto sopra, non era nei miei pensieri dedicarmi alla scrittura. Sono sempre stato un bambino ed un ragazzo creativo. All’età di cinque/sei anni dipingevo già e mi piaceva costruire alcuni oggetti di legno. La scrittura è arrivata all’improvviso e mi ha “stregato”. Sin da piccolo ho amato leggere, ma cimentarmi nella stesura di un libro è stata una sorpresa ed una rivelazione.

Come è nata la passione per i gialli?

La passione mi è stata tramandata da mia madre. Lei è da sempre una divoratrice di gialli, mi ha cresciuto con il “Tenente Colombo”, “Jessica Fletcher” e tutti i film di Hitchcock e Agatha Christie. La “dipendenza” dai gialli però è iniziata come una favola. Da piccolo a casa avevamo un volume di “la morte nel villaggio” di Agatha Christie che non avevo mai letto. Un giorno, d’estate, ho preso il libro ed ho iniziato a leggerlo. L’ho finito praticamente nella stessa giornata e da allora ho continuato a leggere tutti i romanzi della Christie, fino a completare la sua intera produzione letteraria. Non per niente la cara “Zia Agatha” è la mia autrice preferita.

Cosa ne pensi del giallo classico, dato che è il genere in cui ti cimenti? Perché lo preferisci agli altri?

Beh, i motivi per il quale prediligo il giallo classico sono molteplici. Primo fra tutti è che il giallo classico è un gioco. Una sfida tra il lettore e il protagonista della storia. lo scrittore fornisce tutti gli elementi necessari a risolvere il caso e sarà poi il lettore più smaliziato a riuscire a interpretarli e soprattutto ad identificarli. Il ruolo dello scrittore, in questo caso, è quello di riuscire a mascherare i veri indizi, sempre nel massimo rispetto del lettore. Chi legge la storia non deve arrivare alla soluzione del caso e accorgersi che lo scrittore ha barato. Gli elementi per risolvere l’indagine devono esserci tutti e soprattutto il lettore deve poter tornare indietro nelle pagine e trovarli. Il mio intento è di far dire al lettore “Caspita! L’indizio era scritto ma non me ne sono accorto. Mi è passato proprio sotto il naso”. Purtroppo, a mio parere, oggi siamo abituati ad assistere a molta violenza, sia nei film che soprattutto nella vita reale che supera di gran lunga la fantasia. Ai telegiornali le notizie di cronaca sono sconvolgenti e non mi sembra il caso di scrivere di serial killer nella società malata in cui viviamo. Il romanzo deve essere una lettura per evadere dalla realtà. Deve essere un modo per immergersi alcune ore in un mondo alternativo e più “pulito”. Nel giallo naturalmente c’è il delitto, ma in questo caso, è un elemento che passa quasi in secondo piano. Come scrisse Van Dine nelle “dieci regole per scrivere romanzi gialli” il delitto nel giallo deve esserci, ma solo perché è l’unico espediente che giustifichi la lettura di un’indagine. Sarebbe quasi banale leggere due/trecento pagine solo per un furto o una truffa. Il delitto è l’unico reato che motivi un racconto. La parte fondamentale, infatti, rimane l’indagine e la soluzione finale (parte alla quale dedico più tempo).

Come è nata l’idea di scrivere il fortunatissimo “Uno di troppo”?

L’idea è nata dopo un viaggio e la reale visita ad un castello medievale. Ero già un accanito divoratore di gialli, ed essermi trovato in un maniero, durante una visita, in compagnia di persone sconosciute e la compagnia di un temporale per me è stato decisivo. Mi sono sentito il personaggio di un film di Agatha Christie e, quando sono tornato a casa, non ho potuto fare al meno di raccontare per iscritto le mie emozioni, sotto forma di un romanzo. Ho iniziato per gioco, non pensando di riuscire a finire il libro. Scrivendo, scrivendo, però, ho notato che mi piaceva e che non riuscivo a smettere, le idee mi affioravano l’una dopo l’altra.

Come nasce l’idea per un libro?

Nel mio caso, come ho raccontato per “Uno di troppo”, tramite le esperienza personali. L’idea per un libro (o anche per un indizio, un particolare) nasce all’improvviso. Capita di guardare una mamma con il passeggino e immagini che dentro c’è un fantoccio e che sotto la copertina che copre il bambino sia nascosta la refurtiva o l’arma di un delitto. Gli spunti per una storia sono nascosti nella quotidianità, arrivano per caso e non tardo ad appuntarli all’istante. Quando scrivo un libro la mia scrivania è ricoperta di tanti pezzetti di carta con appunti scritti sopra. Tovagliolini da bar, post-it, pagine di giornale, di tutto di più. Sono scritti che conservo gelosamente e che rileggo anche a distanza di tempo. Non è detto che li usi tutti, però per la maggior parte sì. La vita quotidiana è una miriade di buone storie non raccontate!

Perché hai scelto di usare personaggi inglesi, ma di ambientare la storia in Italia, a Firenze?

La scelta di Firenze è stata facile, è la mia città italiana preferita dopo la mia adorata Siracusa. Se dovessi trasferirmi, è l’unica città nella quale lo farei con piacere. Per la scelta dei personaggi inglesi, invece, la colpa è della Christie! I suoi romanzi, le atmosfere e l’humor inglese sono stati decisivi. Trovo che le personalità anglosassoni sono inscindibili dal buon giallo classico. Dato che gli inglesi sono i fondatori del genere, scrivere, o leggere, un mistery classico al di fuori del loro ambiente sarebbe come tentare di mangiare una buona pizza italiana in America! Non dico che non ci sono buoni romanzi gialli ambientati in Italia, con personaggi italiani, ma il fascino del buon romanzo dell’età d’oro del giallo è impagabile. A quel punto non parleremmo più un giallo classico inglese, ed invece il mio intento è proprio far rivivere e tramandare questo meraviglioso e appassionante genere letterario che ha estimatori in tutto il mondo.

“Uno di troppo” ti ha dato delle belle soddisfazioni, te lo aspettavi?

Sinceramente no. Tutto mi ha travolto all’improvviso e per me è stata, ed è ancora, una grande gioia. “Uno di troppo” è arrivato da poco alla decima ristampa ed è uno dei libri più venduti dell’editore e, a questo proposito, ringrazio i miei lettori che hanno permesso tutto questo.

Qualche anticipazione?

Posso anticiparti che ho terminato di scrivere il mio secondo romanzo, ancora una volta un giallo classico inglese, ed è in cantiere il terzo. Naturalmente, le idee sono tante e, se avessi tempo, avrei sicuramente scritto almeno sette/otto romanzi.

Grazie Elena!

martedì 18 maggio 2010

"L'ombra del falco" di Pierluigi Porazzi


"Lombra del falco" edito da Marsilio Gialli è il primo thriller di Pierluigi Porazzi.
La storia è incentrata sulla figura di un serial killer che si aggira per scegliere le sue giovani vittime come fosse un predatore (per l'appunto un falco) che decide di sfidare la polizia chiedendo che ad indagare su di lui sia la figura dell'ex agente Alessandro Nero.
"L'ombra del falco" è un thriller tosto, crudo, adatto a chi ha la pelle dura e non si scandalizza facilmente. La lettura è veloce, la storia avvincente e lo stile narrativo personale, dal ritmo incalzante.
Già dalle prime pagine, i protagonisti sono ben definiti e le loro vicende sono a tratti narrate da più punti di vista; un espediente che diverte e incuriosisce il lettore.
Le tinte sono forti e il finale è sconvolgente.
Un libro che rimarrà impresso nella mente del lettore per un bel po' e che, oltre ad incutere un senso di paura e angoscia, ci farà riflettere sulla società malata che siamo ormai abituati a vivere tutti i giorni.
Complimenti, Pierluigi!

L'ombra del falcoAutore: Pierluigi Porazzi
Listino: € 17,00
Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Data uscita: 17/02/2010
Pagine: 228, brossura
Lingua: Italiano
EAN: 9788831799591

Marco Tiano

mercoledì 5 maggio 2010

ITALIAN SHARIA di Paolo Grugni


Paolo Grugni (autore di gialli, thriller, tra cui il celebre "Let it be") torna nelle librerie e lo fa con un tema di grande attualità. Il suo ultimo libro, Italian Sharia (edito da PerdisaPop editore), infatti, tratta dell'uccisione di una giovane ragazza marocchina da parte del padre perchè aveva deciso di seguire usi e costumi occidentali.
La storia, ambientata nella provincia toscana, pochi giorni dopo la morte di Michael Jackson, frutto di un approfondito lavoro di ricerca e documentazione da parte dell'autore, ci riporta alle vicende di Hina e Sanaa, uccise in Italia dai familiari per non aver rispettato le leggi dell’Islam.
Sicuramente, anche in quest'opera ritroviamo parte dell'autore, soprattutto nella voce del protagonista.
Ancora una volta il Grugni ci stupisce e affascina con il suo modo graffiante e unico di narrare e scuote nel profondo le nostre coscienze. Italian Sharia è una denuncia sociale, un modo per interrogarci sulla nostra indifferenza.
Immigrazione musulmana in Italia, Islamismo, integralismo, estremismo, sono questi alcuni dei toccanti e difficili temi trattati dall'autore. Il libro, anzichè un saggio, è impostato come un romanzo noir, ma questa scelta del Grugni scaturisce sicuramente dal voler riuscire a raggiungere un vasto pubblico e diffondere il suo messaggio, la sua provocazione.
Non aggiungo altro perchè "Italian Sharia" è un libro da leggere (e rileggere). E' un titolo che non può mancare nelle nostre librerie ed è soprattutto una lettura che merita la nostra attenzione per riflettere.

Grazie Paolo!

Italian Sharia
Paolo Grugni
Prezzo: euro 14,00
Pagine: 206
Isbn: 978-88-8372-478-7

Dalla Quarta:
Scendo come sono salito, a piedi, al secondo piano sento delle grida in arabo, un uomo urla qualcosa che non translittero, strilli di ragazzina, mobili rovesciati, oggetti rotti, la maniglia della porta che si piega, colpi sordi, versi soffocati, non so che fare, d'improvviso l'assenza di suono si fa presenza, esce una donna che si avvolge il viso al velo, sul mento ha un alone di smacchiatore, mi passa accanto come non fossi lì e scende le scale di corsa, la seguo anche se non so perché, in un attimo è in strada, allungo il passo, lei si mette a correre, la perdo tra le quinte della notte.
Nella provincia toscana, una ragazza marocchina viene uccisa dal padre. Il motivo? Non era una buona musulmana. Durante i giorni che succedono al decesso di Michael Jackson, un italiano scopre che anche la sorella della defunta è stata condannata a morte e per questo ricondotta a Marrakech. Sarà per lui inevitabile tentare di salvarla.
Negli ultimi anni l’opinione pubblica italiana è stata colpita dalle vicende di Hina e Sanaa, uccise dai familiari in provincia di Brescia e di Pordenone, con l’accusa di non aver rispettato le leggi dell’Islam. Eccezionalmente documentato, Italian Sharia racconta un’inedita quanto terribile verità: altre ragazze sono state ricondotte nei loro paesi d’origine per subire la stessa condanna sotto silenzio.
Libro di eccezionale interesse e già destinato a far parlare di sé, scandito da un estro linguistico che spesso sfi ora il registro satirico, il romanzo fonde il drammatico più teso con l’affresco graffi ante della nostra realtà interrazziale, tanto violenta quanto ottusa.

Paolo Grugni è nato a Milano nel 1962. Ha pubblicato i romanzi Let it be (Mondadori, 2004; Alacran, 2006; Jackson Libri, 2008; Giallo Mondadori, 2009), Mondoserpente (Alacran, 2006; Giallo Mondadori, 2010), Aiutami (Barbera, 2008). Il suo racconto 12/9 è apparso nella raccolta Anime nere reloaded (Mondadori, 2008).


Marco Tiano

martedì 4 maggio 2010

"Troppo piombo" di Enrico Pandiani


"Troppo Piombo" è il secondo romanzo, dopo "Les Italiens", di Enrico Pandiani edito ancora una volta da Instar Libri editore. Anche in questa nuova avventura, ritornano in campo Les Italiens,una squadra di poliziotti italiani che lavora nella polizia parigina.
Sin dalle prime pagine, scorrevoli e dallo stile narrativo diretto, Pandiani catapulta il lettore nel vivo della storia, catturando la sua attenzione e trascinandolo in un vortice di adrenalina.
La storia, che si snoda tra il centro e la periferia di Parigi, è incentrata sull'assassinio di alcune giornaliste del giornale francese Paris 24h che nascondono un misterioso segreto. Il protagonista, Mordenti, risolverà puntualmente l'intricato caso, grazie non solo agli indizi scovati dalle indagini e dalla scientifica (praticamente inesistenti), ma soprattutto grazie al suo infallibile fiuto da segugio. Le indagini sono allietate dalla figura sensuale e enigmatica di Nadège (anche lei giornalista di Paris 24h, responsabile della sezione moda) con la quale Mordenti instaura una relazione amorosa, romantica al punto giusto, senza alcun eccesso.
Oltre che un giallo-noir, siamo di fronte ad un poliziesco ben strutturato, divertente e spensierato, dalla lettura veloce e piacevole.
Complimenti Enrico e alla prossima avventura!

Enrico Pandiani
Troppo piombo
Collana: FuoriClasse
Prezzo: € 14,50
Pagine: 320
Anno: 2010
Isbn: 978-88-461-0109-9

Dalla quarta:
Qualcuno sembra divertirsi a uccidere con inaudita violenza le giornaliste di un noto quotidiano parigino. Ci sono pochi indizi, nessun sospetto, troppi pettegolezzi. Questo è un lavoro per Les italiens.
Fra sfilate di moda, lotte di banlieu e carta stampata, la brigata di poliziotti italo francesi comincia ad indagare, rendendosi ben presto conto che per arrestare l'assassino dovrà ricostruirne la storia e i tormenti senza sapere nulla di noi. Dovrà cercarlo, stanarlo, mettere in gioco la propria astuzia e i propri metodi.
In una Parigi invernale, dove tutto viene lentamente e inesorabilmente ricoperto da una nevicata senza fine, ogni cosa è diversa da quello che sembra e il commissario Mordenti si addentra in un'inchiesta difficile, distratto dalla presenza morbida e avvolgente di Nadège, una bella giornalista di colore che forse ha qualcosa da nascondere.


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Marco Tiano