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sabato 6 agosto 2016
Intervista: Roberta Bianchessi, autrice di UN SEGRETO È COME UNA BUGIA
Cari amici, oggi, è ospite del nostro blog Roberta Bianchessi, autrice del giallo UN SEGRETO È COME UNA BUGIA.
Qui, la scheda del libro su IL GIALLISTA, mentre qui il giveaway per vincerne una copia.
Buona lettura!
1) Benvenuta, Roberta!
Entriamo subito nel vivo dell'intervista, domandole: cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è magia, è la capacità di dare forma ai sogni, quelli che al risveglio scivolano via. Creare nuovi personaggi, unici e irripetibili, plasmandoli secondo l’emozione del momento. Attraversare con loro luoghi, sempre diversi, dove, pagina dopo pagina, viene svelato il loro vissuto e, noi autori, non possiamo far altro che assecondarli. Scrivere è proprio un incantesimo, se viene recitato nel modo corretto la trama decolla e trascina il lettore dietro a sé, portandolo a immedesimarsi nel racconto tanto da viverlo come protagonista, con le sue paure e le sue gioie.
2) Che generi letterari predilige?
Oltre ai thriller e ai gialli mi piacciono molto i fantasy, le fiabe e i romanzi fantascientifici. Non disdegno comunque i libri di avventura e le storie romantiche. Mi appassionano le storie con tante sottotrame, che si intrecciano come in un arazzo , formando uno splendido disegno d’insieme.
3) Quali sono gli autori che hanno contribuito alla sua formazione letteraria?
Ho letto tantissimo e ho cercato di imparare un poco da tutti gli scrittori che ho incontrato sul mio cammino. Da piccola mi sono appassionata ai libri di Isaac Asimov e ai classici, poi ho iniziato a leggere i gialli di Agata Christie. Negli anni la passione per il giallo è cresciuta e ho divorato Georges Simenon, ampliando pian piano le mie letture, apprezzando Sophie Hannah, Harlan Cobain, Lars Kepler e James Patterson. Sicuramente Terry Brooks mi ha influenzata molto, apprezzo moltissimo il suo stile di scrittura scorrevole e i personaggi che si muovono nel suo universo allargato. Tra gli italiani adoro lo stile e le trame di Donato Carrisi, al pari di quelle del defunto Giorgio Faletti.
4) Da dove ha tratto ispirazione per il suo primo libro?
Per UN SEGRETO È COME UNA BUGIA mi sono ispirata alle storie di Sophie Hannah e Harlan Cobain. Essendo il mio primo thriller ho cercato uno stile che mi piacesse, anche se ho letto tantissimi gialli e thriller, i due autori che mi hanno guidato la mano sono stati loro. Recentemente ho scoperto anche Lars Kepler, ma ci sono molti libri che, negli ultimi anni, mi sono stati di ispirazione. UN SEGRETO È COME UNA BUGIA è nato come lavoro editoriale di un corso di scrittura creativa a cui ho partecipato. Può definirsi un lavoro corale, lo scheletro si è formato lungo un anno intero, grazie anche ai consigli dei miei “colleghi” di scrittura che mi hanno permesso di sgrezzarne alcune parti. Per quanto riguarda l’ambientazione mi sono guardata attorno, tra i luoghi che frequento abitualmente. La storia principale è ambientata nel mio paese, con una puntatina a Milano che amo visitare quando posso.
5) Cosa l’ha spinta a scrivere?
Ho iniziato a scrivere per dar spazio alla mia fantasia. Non mi bastava più leggere le storie scritte da altri, avevo bisogno di dar voce ai personaggi che si materializzavano nella mia testa, con le loro vicende e le loro avventure . Devo ammettere che è appagante seguire lo sviluppo di un'ispirazione emergere dal limbo e dipanarsi lentamente, fino a diventare un libro.
6) Può darci qualche anticipazione sul suo prossimo romanzo?
Sto iniziando a scrivere il secondo volume di quella che spero diventi una serie. Michele Segreto si troverà nuovamente invischiato in una storia familiare, iniziata una ventina di anni prima. Al suo fianco troveremo sempre Angelina, pronta a investigare con lui. Ci sposteremo in un piccolo paesino di montagna, che conserva ancora un poco della sua innocenza, ma che cela inconfessabili segreti e legami di sangue. Nel frattempo mi dedicherò anche ad altre storie inconcluse che spero vedano presto la luce.
Grazie a presto!
Bella intervista,quando non ci basta più attingere dalle letture altrui si sente proprio l'esigenza di dar vita a quel qualcosa di cui si sente la mancanza,comprendo cosa l'abbia spinta ad intraprendere questa strada. Ha degli ottimi spunti,quindi suppongo che anche i suoi lavori siano all'altezza. Complimenti ☺
RispondiEliminaBella intervista,quando non ci basta più attingere dalle letture altrui si sente proprio l'esigenza di dar vita a quel qualcosa di cui si sente la mancanza,comprendo cosa l'abbia spinta ad intraprendere questa strada. Ha degli ottimi spunti,quindi suppongo che anche i suoi lavori siano all'altezza. Complimenti ☺
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